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Dare un contributo conservatore a Roma. Ecco le ragioni del Manifesto.

Image by Peter H from Pixabay

Come spiegato da Giampaolo Rossi, suo primo firmatario, il Manifesto nasce per dare un contributo alla città di Roma e al suo prossimo sindaco....

Un manifesto per la Roma del futuro. È questo l’intento che ha animato i promotori del Manifesto conservatore per Roma, presentato qualche giorno fa nella cornice di Palazzo Ferrajoli, in un confronto con Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra per Roma, il quale lo ha convintamente sottoscritto.

Come spiegato da Giampaolo Rossi, suo primo firmatario, il Manifesto nasce per dare un contributo alla città di Roma e al suo prossimo sindaco, nella convinzione che una politica che voglia svolgere al meglio il proprio compito non possa prescindere da solidi riferimenti storici, culturali, identitari, valoriali. Ed è per questo che il manifesto, che per definizione non è e non può essere un programma elettorale, ha l'ambizione di tracciare un perimetro, un ambito valoriale ben definito, che possa servire da bussola al futuro sindaco per indirizzare la propria attività al servizio della capitale d’Italia.

Il Manifesto, un decalogo evocativo, è frutto di un lavoro di sintesi in cui sono condensate alcune delle sollecitazioni più profonde provenienti dalle culture più affini a quello che è il mondo del centrodestra: conservatori, cattolici, liberali, riformisti. Un confronto da cui è scaturito questo Manifesto, una stella polare per non perdere la giusta rotta nella complessità dell'attività amministrativa e anche una sorta di casa, in cui si possa ritrovare chiunque senta proprie la cultura della libertà, dell'identità, dell'idea di patria.

Un Manifesto che possa essere d'aiuto alla città di Roma e al suo futuro sindaco, nella convinzione che egli non debba essere solamente un buon amministratore ma anche un sognatore, in grado di coniugare competenze tecniche e normative con una visione che dia profondità all'azione di governo: gestire il presente e costruire il futuro.

Al Manifesto, oltre all'apporto di diverse associazioni e fondazioni di realtà del pensiero conservatore, cattolico, liberale, è stato dato un decisivo contributo anche dall'Ufficio studi di Fratelli d'Italia, coordinato dal senatore Giovanbattista Fazzolari. Parimenti, sono da segnalare tra i promotori anche il Partito dei conservatori e riformisti europei (ECR), presieduto da Giorgia Meloni, e la Fondazione New Direction, che riunisce le famiglie europee dei conservatori.

Il coinvolgimento di realtà di respiro europeo non è certo sorprendente, per l'importanza di Roma, per la sua storia, per la sua posizione nel cuore del Mediterraneo, per quello che ha rappresentato e deve continuare a rappresentare. Nel suo libro “Viaggio in Italia”, così scriveva Johann Wolfgang Goethe: “Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza”.

Ecco, Roma è questo. È un immenso patrimonio di storia, arte, cultura, bellezza, spiritualità. Roma è il Colosseo, è il Foro di Traiano. Ma è anche l’EUR, con le sue bellezze, la sua modernità, la sua velocità. È piazza Navona, è Fontana di Trevi. Roma sono le mille chiese ed è la Basilica di San Pietro. Roma è il centro della Cristianità, con il suo messaggio universale che ha permeato la storia d’Europa e del mondo. Roma è un anello di quella catena che unisce l’Atlantico agli Urali, passando per il Mediterraneo e la Mitteleuropa. Forse non a caso proprio a Roma, nel 1957, è stato firmato il Trattato che istituì la Comunità Economica Europea (CEE), quel Trattato di Roma che ha dato vita a un grande sogno che sembra stia ora smarrendo la retta via. Diritto romano, filosofia greca, tradizione giudaico cristiana: un’Europa, nella visione dei padri fondatori, con un cuore pulsante e un’anima. Anima che ora si sta perdendo in favore di una fredda burocrazia.

Dobbiamo ritrovare questo filo conduttore, Roma deve tornare a essere una guida, consapevole della propria storia, della propria cultura, della propria identità. E deve difenderla e promuoverla, con la forza delle idee e la concretezza delle azioni, indissolubilmente unite per contrapporsi in uno sforzo vitale all’annullamento delle identità, al materialismo, al nichilismo, che si manifestano ai nostri occhi, ad esempio, con l’abbattimento delle statue di Cristoforo Colombo in America.

Il Manifesto conservatore per Roma offre un generoso contributo e, come detto, ha raccolto l'immediata adesione di Enrico Michetti. Nella speranza che possa essere una vera e propria mappa per il futuro sindaco di Roma e nella speranza che sia proprio Michetti a doverla interpretare.

Per consultare e sottoscrivere il manifesto basta visitare il sito dei promotori qui: manifestoconservatore.roma.it