Come procede lo sviluppo del settore eolico in tutti i paesi dell'Unione Europea? Ecco un po' di dati. ...
Il vento è da sempre uno dei più grandi alleati dell’uomo: la sua forza, infatti, è sempre stata vista come una grande risorsa per portare a termine qualsiasi impresa che richiedesse un grande impiego di energia.
Che si trattasse di spingere navi verso la giusta rotta o di supportare l’operato dei mulini per la produzione di materie prime importanti per la nostra sopravvivenza, il vento e l’energia da lui prodotta sono stati fondamentali per lo sviluppo della civiltà tutta.
Oggi, grazie alle moderne tecnologie, il vento è ancora una volta protagonista di una piccola grande rivoluzione industriale, quella che riguarda le energie rinnovabili e sostenibili.
L’energia eolica, ovvero quella generata dalla forza del vento, è la seconda tipologia di risorsa rinnovabile per produzione globale (secondo il dato riportato da report 2019 di IRENA, International Renewable Energy Agency) e fornisce il 5% della produzione energetica mondiale.
Come sicuramente molti sapranno, l’energia eolica è quella che sfrutta la forza del vento attraverso l’impiego di aerogeneratori, le cosiddette pale eoliche, ovvero una versione piuttosto moderna del meccanismo sfruttato dai mulini e dalle loro pale.
Il vento, soffiando con la giusta intensità, attiva le pale, il movimento innesca un rotore racchiuso all’interno di un telaio, la navicella, e il moto generato viene trasmesso a un moltiplicatore di giri.
Così facendo, la rotazione viene accelerata e, una volta trasferita all’alternatore, questa viene trasformata da energia meccanica in energia elettrica.
Il funzionamento della navicella, dei rotori e di tutti gli elementi che compongono le pale eoliche sono costantemente monitorati, di modo che tutto avvenga sempre alla perfezione e al massimo dell’efficienza possibile.
Una volta che la corrente elettrica viene prodotta, questa viene trasferita attraverso un sistema di cablaggio a un trasformatore; questo raccoglie tutta l’elettricità prodotta dalle pale del parco eolico, rendendola disponibile sulla rete.
Come è facile immaginare, i vantaggi della produzione di energia eolica sono tantissimi e trasversali e hanno diverse valenze sia sociali che ambientali.
In primis, dobbiamo menzionare il costo degli impianti e la loro potenziale eternità.
I costi di costruzioni degli impianti eolici e della tecnologia che li muove si è relativamente abbassato nel tempo e, a differenza di tante altre fonti energetiche, hanno dalla loro il fatto di sfruttare la forza del vento, ovvero una risorsa inesauribile e particolarmente diffusa sul Pianeta.
Inoltre, la longevità di questa tipologia di impianti va dai 20 ai 25 anni, cosa che viene ulteriormente rafforzata dal fatto che in fase di dismissione, la maggior parte delle componenti usate per la loro costruzione hanno la possibilità di avere un vera e propria seconda vita.
La sostenibilità di queste turbine, però, non si ferma solo all’aspetto economico e ambientale, ma arriva anche a quello sociale e più intrinseco della green economy: al momento, infatti, il settore da un’occupazione stabile a circa 1,2 milioni di persone con una richiesta di manodopera che cresce di giorno in giorno e che si pensa arriveranno a circa 18 milioni entro il 2030.
Per quanto riguarda la situazione dell’eolico nei paesi dell’Unione Europea, quello che possiamo ribadire è che si tratta di un settore che, a differenza di alcune eccezioni, fatica a crescere come dovrebbe.
Secondo i dati di WindEurope, per esempio, nel 2019 sono installati 15,4 GW di nuovi parchi eolici a terra e offshore; questo ha fatto sì che l’energia eolica coprisse circa il 15% dei consumi elettrici totali europei dello scorso anno.
In Italia questo dato ammonta al 6,3% e 7,1% su produzione elettrica nazionale, secondo i dati raccolti da Terna.
Per quanto riguarda, invece, i dati relativi alle nuove installazioni di impianti eolici onshore e offshore durante lo scorso anno, è la Gran Bretagna a farla da padrona (2.393 MW), mentre a seguire troviamo Spagna (2.319 MW) e Germania (2.189 MW).
Se per quanto riguarda le nuove installazioni l’Italia si trova in dodicesima posizione, le cose migliorano quando si vanno ad analizzare i dati relativi potenza eolica cumulativa: il Bel Paese, infatti, si trova al quinto posto della classifica (dopo Germania, Spagna, UK e Francia) con circa 10.000 MW installati.
Guardando questi numeri, pare davvero improbabile che l’Unione Europea riesca a raggiungere i numeri prefissati dal Green Deal per il 2030: lo sforzo per rispettare l’obiettivo, infatti, richiederebbe l’installazione di oltre il doppio degli impianti eolici rispetto a quelli attivati lo scorso anno.
La nuova via è possibile e per accelerare la svolta verde ed eolica fortemente voluta dalla comunità europea, risulta necessario un nuovo approccio basato su:
Queste criticità riguardano da vicino anche l'Italia.
Come dichiarato da Simone Togni, presidente di ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), infatti:
“Per raggiungere gli obiettivi del Green New Deal e prima ancora del Pniec, è necessario superare gli ostacoli al progresso e all’innovazione che molto spesso nel nostro Paese bloccano lo sviluppo industriale e la crescita economica ed occupazionale. I tempi sono maturi anche perché in Italia riparta il settore eolico e si inizi a realizzare impianti offshore, anche sfruttando applicazioni nuove come le piattaforme flottanti”.
Le potenzialità dell’Italia nel settore delle energie rinnovabili sono davvero tante; in questo caso vedremo letteralmente che aria tirerà da qui, fino al 2030.
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