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Da Gagarin a Elon Musk

Gli uomini che presero il girotondo un po’ troppo alla lettera

https://www.shutterstock.com/it/home

La corsa allo spazio e i microchip neuronali...

A poche ore di distanza dall’annuncio fatto da Neuralink, la startup fondata da Elon Musk, in cui veniva presentato il microchip cerebrale che collegherà gli impulsi del cervello ai computer; la prima reazione, oltre che di meraviglia, è quella di una leggerissima destabilizzazione. Perciò, uno dei primi impulsi che il cervello mi ha trasmesso è quello di tornare indietro e rifugiarmi nelle due giornate in cui tutto questo, forse, ha iniziato a prendere forma. Perché? Per darmi una spiegazione e tornare ad oggi più sereno anche del fatto che questa sperimentazione (per adesso solo sugli scimpanzè) vuole valorizzare il potere dell’organo più straordinario del corpo umano e non metterlo in discussione o addirittura oggettificarlo.

Era il 21 dicembre del 1613 e un intellettuale cattolico, astronomo e fisico di nome Galileo Galilei scriveva una lettera a Padre Benedetto Castelli, suo collega, collaboratore e amico fidato. Nella lettera, Galilei difendeva il modello copernicano sostenendo un concetto che forse oggi andrebbe rispolverato e cioè che due verità dello stesso argomento non sono necessariamente in contrapposizione o in conflitto tra loro. Le due verità a cui faceva riferimento erano le teorie creazioniste e la teoria dell’eliocentrismo che voleva che noi, il mondo, il pianeta più importante di tutti, non fossimo al centro di nulla, ma fossimo qualcosa di grandioso che ruota attorno a qualcosa di altrettanto grandioso. Forse anche un pochino di più. E ancora, scomodando Lutero, Keplero, sant’Agostino e il sistema tolemaico arriva a parlare del primum mobile e cioè il tracciato più esterno del pensiero astronomico medievale che permetteva alle stelle di muoversi ed alternare il giorno con la notte. Tutto questo sostenendo che, i racconti delle Sacre Scritture, erano stati scritti in quel modo così assoluto, didascalico e semplice per dare una panoramica di che cosa fosse la vera religione pur mantenendo una intellegibilità agli occhi degli antichi, delle persone semplici e dei sovrani tutti in un unico testo. Insomma, Galilei dichiarava che tra scienza e fede si può coesistere.

Avanti alla velocità della luce.

Era il 12 Aprile del 1961 e in una cittadina kazaka dell’allora Unione Sovietica, alle 9:07 del mattino, il maggiore Jurij Alekseevič Gagarin, veniva lanciato in orbita a bordo di Volstok 1 (Oriente 1); la navicella del peso di 4,7 tonnellate di puro ferro e sudore sovietico che avrebbe permesso al maggiore Gagarin di fare un giro intorno al pianeta terra, sorvolandolo nello spazio. Di essere il primo vero primum mobile e confermare che il giorno e la notte possono coesistere. Il primo uomo a vedere se effettivamente Galileo Galilei era un pazzo oppure la più grande mente scientifica e diplomatica della storia dell’umanità. Con la storica esclamazione Поехали! e cioè Andiamo!, il maggiore Gagarin scrisse la più importante lettera all’umanità. Con una sola parola. L’anno seguente, tramite un decreto del Soviet Supremo, verrà fissato il 12 Aprile come giornata della cosmonautica.

Avanti a 27.400 km/h (la velocità media del volstok 1).

Fino ad arrivare al 12/04/2021, celebrazione del 60esimo anniversario dal giorno di quel lancio storico che incoronò l’ex Unione Sovietica come prima nazione al mondo ad aver dato davvero ragione a Galilei. Coi fatti. Il presidente Vladimir Putin visita la statua di Gagarin ad Engels, nella regione di Saratov. Durante il viaggio discuterà su imminenti nuovi programmi spaziali. State notando nulla? Elon Musk, seppur di origini sudafricane e canadesi, è pur sempre cittadino naturalizzato statunitense. Putin è Putin. Non vi sembra di averla già sentita questa storia?

Indietro a velocità 1 gigabit/s (la velocità massima raggiungibile da una connesione domestica oggi che può scaricare un intero film in 4K da 160 giga bite in soli 22 minuti).

Lo scienziato russo Konstantin Tsiolkovsky teorizza nel 1880 dei razzi alimentati a carburante liquido capaci di raggiungere lo spazio. Attraverso la sua equazione dei razzi fu il precursore della scienza missilistica e riuscì a immaginare il primo satellite capace di sorvolare la terra. E’ conosciuto ancora oggi come il Leonardo Da Vinci russo.

Avanti come un razzo.

E’ il 1942 e il missile tedesco A-4 diviene il primo proiettile a raggiungere lo spazio. Lo scienziato a raggiungere questo storico risultato è Wernher Von Braun, scienziato missilistico tedesco e allievo di Hermann Oberth, che fu anche l’ideatore del modello più avanzato di missile V-2, impiegato a scopi bellici solo per nascondere la vera intenzione della Germania di solcare gli astri.

Fu questo sotterfugio a scatenare quella che conosciamo come Guerra Fredda. Un conflitto che tramite spionaggio e arguta propaganda mediatica ci dimostrò in forma embrionale l’isteria che oggi aleggia in mezzo a ognuno di noi.

A seguito della fine della seconda guerra mondiale, forse anche un po’ come provocazione, gli Stati Uniti dopo aver scoperto il reale utilizzo dei razzi V-2, li impiegarono per degli studi spaziali nel 1946, alloggiando all’interno dei razzi, come piloti un po’ inusuali ma forse anche come allegoria, dei moscerini della frutta. I primi esseri viventi lanciati nello spazio. La provocazione funzionò a meraviglia.

Difatti subito dopo arriveranno il lancio dello Sputnik 1, che aprì le porte al lancio dello Sputnik 2 con a bordo la cagnolina Laika, che solleciterà Eisenhower a fondare la NASA, che innescò il lancio del satellite Explorer I° a Cape Canaveral, che spinse l’URSS a inviare altri due cani, Elka e Strelka, parenti meno celebri di Laika, forse perché questi tornarono sulla terra illesi. Se davvero per alcuni il cosmo è la raffigurazione di Dio, potremmo parlare di effetto Domine.

Quello che tutti abbiamo capito, da questa vicenda è che l’invidia e il livore che albergava nelle menti dei Capi di Stato tra il 1947 e il 1991 è stato un asset mentale fin troppo influente per lasciarlo decadere, ed ecco quindi che alcuni sono invidiosi dello smartphone di altri e che altri sono invidiosi della conoscenza delle nuove tecnologie e delle startup di alcuni. L’imprenditoria delle medie e grandi aziende è da sempre una piccola guerra fredda dove il competitor va spiato senza che lui sospetti minimamente di noi, mentre tutti gli altri ne sono perfettamente a conoscenza. Un paradosso isterico che ormai costituisce la nostra seconda pelle, direttamente o indirettamente.

Questo Elon Musk lo sa. Questo Putin lo sa. Questo lo scimpanzè, che oggi sperimenta il microchip neuronale giocando ai videogiochi, lo scoprirà presto.

Però adesso fermate il giro, che voglio scendere.

FONTI

[1] https://www.themoscowtimes.com/2021/04/12/on-gagarin-anniversary-putin-says-russia-must-remain-space-power-a73568

[2] https://www.google.it/books/edition/Dialogo_sopra_i_due_massimi_sistemi_del/FppTDwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&kptab=overview

[3] https://economictimes.indiatimes.com/tech/technology/elon-musks-neuralink-shows-monkey-with-brain-chip-playing-videogame-by-thinking/articleshow/82000047.cms