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L'Europa arranca sui vaccini

Il caos vaccini dell’Unione Europea

https://www.shutterstock.com

In un’unione europea messa in ginocchio dalla pandemia la cui salvezza ha un nome ben preciso,vaccino, la campagna vaccinale procede a rilento e non sembra che si riesca ancora a trovare il bandolo della matassa se non a parole.

Se consideriamo che in Inghilterra (stato non UE) la popolazione vaccinata è prossima  al 50% e che negli stati dell’Unione Europea non arriva al 5% abbiamo la misura del disastro organizzativo che si è generato.

Certamente pesano gli errori di pianificazione degli stati membri, Italia in primis, che non sono stati in grado di creare una catena di distribuzione efficace in tempi rapidi (errori tutti imputabili al governo Conte2 ndr), ma indubbiamente il peso principale ricade sugli accordi siglati dalla Von der Leyen e, è bene ricordarlo, dai rappresentanti dei 27 stati membri.

I contratti sottoscritti dai membri della Commissione, contratti che sono stati resi pubblici solo recentemente, sono fallaci e scarsamente vincolanti per le case farmaceutiche. Inoltre la distribuzione delle quantità di vaccini previsti per gli stati membri si è rivelata pessima dal punto di vista delle tempistiche e delle comunicazioni.Insomma un vero disastro, da cui sono scaturite una serie di giuste polemiche e recriminazioni come sottolineato anche dal capodelegazione di Fratelli d'Italia-ECR al Parlamento europeo Carlo Fidanza "Dopo i contratti con le società farmaceutiche indefiniti e secretati, l’insufficienza delle dosi, le preclusioni geopolitiche verso alcuni vaccini, oggi arriviamo alle accuse reciproche tra Timmermans e Von der Leyen. E’ la conferma di una assoluta incapacità di gestire questa emergenza e della mancanza di un vero piano strategico questo pietoso rimpallo di responsabilità ". (fonte Il Giornale)

A questo scenario, già di per se catastrofico, si aggiunge anche la “guerra” geo-economica tra case farmaceutiche, con blocchi ritardi nelle consegne e accordi con paesi non Ue, guerra che purtroppo coinvolge i cittadini inermi.

La situazione, come emerso dal consiglio europeo del 26 e 27 marzo scorso, sembra in alcuni casi addirittura degenarare. Da un lato infatti abbiamo gli accordi UE con i produttori dei soli 3 vaccini autorizzati (Biontech-Pfizer, Moderna e Astra Zeneca), dall’altro stiamo assistendo ad accordi singoli.

 Alcuni Paesi infatti hanno deciso di provvedere autonomamente  all’acquisto dei vaccini: l’Ungheria è il primo Paese europeo ad aver autorizzato i vaccini Sinopharm e Sputnik, l’Austria, in aperta polemica con gli accordi “Von der Lyen” e con la politica vaccinale a firma UE, sta trattando la fornitura con Israele e valutando anche il vaccino russo, la Danimarca annuncia che provvederà al reperimento dei vaccini necessari in autonomia, lo stesso Draghi a dichiarato in sede di Commissione che «I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche». Insomma un fallimento totale della strategia vaccinale dell’Unione Europea targata Merkel Von der Lyen, fallimento che certamente avrà in futuro pesanti strascichi sulle strategie e sulle definizioni di ruoli e decisioni. 

Non sappiamo se  l’UE in generale e il governo italiano più nello specifico, saranno in grado di rispettare le promesse fatte su numeri e tempistiche delle vaccinazioni, se però in Inghilterra il paradigma vaccino=salvezza sembra aver funzionato con l’80% di ricoveri in meno e quasi metà popolazione vaccinata ad oggi, ci auguriamo che almeno per una volta mettano da parte interessi personali e lungaggini burocratiche a favore dell’interesse di ogni singolo cittadino, altrimenti al fallimento organizzativo si aggiungerà quello economico e sociale definitivo.