Le società possono sopravvivere alle crisi più gravi solo facendo ricorso al capitale di sentimento patriottico che posseggono. ...
Scruton, nel suo scritto “Essere conservatore”, spiega come il conservatorismo non si preoccupa di correggere la natura umana o di modellarla secondo una data concezione dell’uomo come ideale soggetto capace di scelte razionali. Tenta invece di capire come le società funzionano e di dare loro lo spazio necessario per funzionare bene. Il suo punto di partenza è la psicologia profonda della persona umana. Non a caso, secondo lo studioso, nessuno ha capito meglio la filosofia di base del conservatorismo di Georg Wilhelm Hegel (1770-1831), il quale nella sua Fenomenologia dello spiritomostra come l’autocoscienza e la libertà emergono solo quando ci si avventura fuori di sé e ci si spinge verso l’altro; come le relazioni conflittuali e di dominio si superano solo riconoscendo i reciproci diritti e doveri e come, facendo questo, l’individuo conquista non solo la libertà di azione, ma anche il senso del proprio e dell’altrui valore.
Quindi è il processo attraverso il quale gli esseri umani acquisiscono la libertà che crea anche legami fra loro, di cui le istituzioni giuridiche, educative e politiche fanno parte: non si tratta di cose che si scelgono liberamente e con distacco, ma cose attraverso le quali si acquisisce la libertà e senza le quali non si potrebbe esistere come soggetti pienamente consapevoli.
Siamo di fronte alla visione dell’essere umano quale responsabile verso gli altri, legato agli altri da forme di associazioni imperniate sulla reciproca responsabilità e capace di trovare la sua realizzazione nella famiglia e nella vita della società civile.
La nostra esistenza di cittadini, che partecipano liberamente alla vita della polis, è possibile dunque in virtù dei legami permanenti che abbiamo con le cose che ci sono care. La nostra condizione non è quella dell’homo oeconomicus, che cerca in tutto ciò che fa di soddisfare i suoi desideri personali: siamo creature che costruiscono case, collaborano nella ricerca di valori intrinseci e ciò che conta per noi sono i perché, non tanto i mezzi, del nostro esistere.
Spiega ancora Scruton che quando le persone concepiscono le loro relazioni sociali in termini di utilità, come avviene nello “Stato di mercato” di Bobbitt, oppure semplicemente quali forme di divertimento, come ne Il mondo nuovo, ciò che tiene assieme la società s’indebolisce.
Le società possono sopravvivere alle crisi più gravi solo facendo ricorso al capitale di sentimento patriottico che posseggono. Dove esso manca, l’ordine sociale crolla alla prima scossa, dal momento che le persone si accapiglieranno per garantire la propria sicurezza senza riguardo per i propri vicini.
Il filosofo inglese fa l’esempio del Pacific Rim, quando il Giappone lanciò la sua sfida per il dominio imperiale, e così è stato, secondo alcuni resoconti, in Francia, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Muovendo da questa consapevolezza, i conservatori hanno sempre sottolineato il nesso fra la nazione e il suo braccio militare. Il vero cittadino è pronto a difendere il proprio Paese nel momento del suo bisogno e vede nelle sue istituzioni militari l’espressione del legame profondo che tiene le cose al loro posto.
Attenzione però, perché la nozione conservatrice di ordine politico vede nel militare un’espressione dell’ordine civile che esiste autonomamente. Essa ha le sue radici nella democrazia ateniese, che considerava il servizio militare come un dovere del cittadino, da esercitarsi esclusivamente in difesa della polis e non come strumento politico. Questo atteggiamento si opponeva all’idea spartana di milite, espressione invece del potere statale e strumento utilizzato sia per soggiogare la società in tempo di pace, sia per condurre una guerra spietata, quando scoccava l’ora della battaglia. Gli Stati totalitari del XX secolo, in particolare la Germania nazionalsocialista e l’Unione Sovietica, sono esempi della medesima idea di un esercito strumento del potere dello Stato, piuttosto che espressione della coesione sociale.
I nazionalsocialisti e i comunisti hanno sovente usato la forza militare contro minoranze interne dello Stato, riservando riservando spesso, come in Germania, truppe speciali a questo scopo. Le marce, la disciplina e la coscienza cancellata nei coscritti: tutto testimoniava questa concezione del militare come braccio esecutivo del governo. La società civile doveva essere soggetta a quella militare, così come era soggetta allo Stato. Inutile dire che le istituzioni, la disciplina e la pompa della vita militare, come il conservatore li concepisce, sono diversi da quelli ostentati da una dittatura militare, così come il lavoro di squadra è diverso dalla schiavitù.
Ed è anche sulla base di questo ragionamento che Scruton arriva a concludere che il ruolo dello Stato è, o dovrebbe essere, minore di quello che i socialisti esigono e maggiore di quello che i liberali classici ammettono. Tutto quello che la politica può fare è allargare lo spazio in cui la società civile può prosperare.
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