La maggioranza "monstre" di Mario Draghi, apparati e sottoapparati alla ricerca di una modalità di addomesticamento delle forze conservatrici di FdI - ECR...
Il sistema delle garanzie costituzionali e dei contrappesi istituzionali all’epoca del Covid – ormai è risaputo – è entrato in una crisi così profonda che va ben oltre l’oggettiva complessità di un attacco pandemico che non si presenta più da tempo (nonostante le intenzioni del governo) sotto forma di emergenza. Nel silenzio (assenso? Complice?) di chi dovrebbe vigilare e custodire questi valori tangibili e tutt’altro che astratti, dall’avvio dell’esperienza Draghi si è aggiunta un’anomalia nell’anomalia: l’idiosincrasia per l’opposizione. Un’opposizione, è necessario sottolinearlo, tutt’altro che nella facoltà di poter incidere strutturalmente negli equilibri di una maggioranza monstre (altro discorso la sua unità d’intenti) ma – evidentemente – più che capace di incidere e incunearsi dal punto di vista politico nelle contraddizioni e nelle iniquità che contraddistinguono in perfetta continuità la stagione giallofucsia con quella delle larghissime intese.
La frattura è plastica: tanto più la tenaglia continua a stringersi nei confronti dell’unica opposizione dotata di peso specifico, quella rappresentata da Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, tanto più quest’ultima continua ad essere premiata nelle rilevazioni popolari (primo partito ormai per tutti gli istituti demoscopici) e negli indicatori di valore (il libro della leader, solo per fare un esempio, è un best-seller politico di dimensioni clamorose). Una contraddizione evidente che non scoraggia – tutt’altro – il cosiddetto “partito unico” nel provare in tutti i modi a limitare e ostacolare il democratico dissenso che, fra le altre cose, dà una parvenza di normalità a un potere che altrimenti sarebbe ufficialmente arbitrario come nelle tanto vituperate “democrature”.
Insomma, invece di provare a decrittare il perché dell’avanzata di FdI (e magari cercare di aggredire quel consenso sottraendone i motivi profondi), il deep State sta provando una strada decisamente meno raffinata: tanto vale eliminare FdI. Come? Ad esempio negando o sabotando il diritto fondamentale – nell’interesse degli stessi cittadini – dell’opposizione di avere rappresentanza nei luoghi sensibili (Rai, Vigilanza e commissioni). Un attacco sul quale Colle, presidenti delle Camere e Palazzo Chigi, interpretando in maniera estensiva il “ruolo del Parlamento”, hanno taciuto su questo abuso pericoloso perpetrato nei confronti della destra (su cui, in maniera politicamente incomprensibile, hanno partecipato in parte pure gli alleati di centrodestra).
L’altro tentativo in atto è quello di blindare il percorso dei provvedimenti – dietro il paravento dell’avvio del semestre bianco – con il ricorso alla fiducia. Un modo per ovviare alle fratture enormi presenti nella maggioranza ma, allo stesso tempo, per impedire all’opposizione di portare in Aula un dibattito pubblico sul quale l’intero esecutivo dovrebbe metterci la faccia rispondendo alle obiezioni e assumendosi la piena responsabilità di alcune decisioni controverse (come sarà la divisione fra cittadini di serie A e di serie B con l’introduzione del green pass).
Ultimo ma non per ultimo è “il soccorso giornalistico” nei confronti delle decisioni “a caldo” – ormai un morbo endemico – del governo. Un conforto tutt’altro che inedito – la stampa mainstream è governativa, ossia di centrosinistra, quasi per statuto –, che si è radicalizzato pesantemente però contro il ruolo di FdI e di Giorgia Meloni. Incredibile, da questo punto di vista, l’accanimento morboso sulla “data” della vaccinazione del leader della destra (che ha sempre incoraggiato la campagna vaccinale serrata quando gli altri tifavano per l’estetica e gli sprechi delle “primule” di Arcuri) o il grottesco minestrone fatto mettendo insieme le obiezioni e i dati citati a conforto delle critiche formulate dall’opposizione sul green pass “nazionale” con le tesi fuori dal perimetro della razionalità dell’estrema minoranza “no vax” (quella coccolata per anni e anni dal partito di Giuseppe Conte…).
La tentazione, è chiaro, è quella di isolare l’opposizione dal e nel dibattito pubblico. E visto che il tentativo dell’arco repubblicano in Italia e con questa destra è praticamente inimmaginabile e suicida, la strada che resta – per i sempreverdi guru delle strategie grigie – è quella di rifugiarsi nella speranza di perpetuare la stagione Draghi ad libitum. Per ottenere questo, però, devono in qualche modo cercare di “addomesticare” l’opposizione con i fantomatici miti consigli. Opzione letteralmente impossibile non solo viste le caratteristiche specifiche di Giorgia Meloni ma anche perché i cittadini da questa vogliono ben altro: e su questo la incoraggiano ogni giorno di più.
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