Il Misery Index di Confcommercio è uno studio che rileva la tendenza del disagio sociale. Osservando la fotografia che ne deriva dall’andamento pandemico autunnale si rileva che il MIC di novembre 2020 si è attestato su un valore stimato di 21,2, in aumento di due decimi di punto su ottobre. Il riacutizzarsi della pandemia e le restrizioni alla mobilità e alle attività produttive hanno prodotto un ulteriore ampliamento dell’area del disagio sociale. Ampliamento che per il momento rimane su valori ancora contenuti, in considerazione delle limitazioni ai licenziamenti e del permanere di una situazione di deflazione. L’acuirsi della crisi, con il rischio sempre più concreto per molte imprese di uscire dal mercato con la conseguente perdita di posti di lavoro, potrebbe portare nei prossimi mesi ad un deciso peggioramento dell’indicatore.
Il disagio sociale può colpire in forme e gravità differenti, se ci soffermiamo in particolare sulle fasce d’età più sensibili, con i ragazzi in età scolare, si evidenzia come si possa passare da una sintomatologia non grave che consiste in stati di malessere per esperienze di insuccesso (scolastico, relazionale) e che si esprime con comportamenti di chiusura, di aggressività, di autosvalutazione, ad una sintomatologia intermedia, che si manifesta con comportamenti trasgressivi spesso messi in atto all’interno di un gruppo (uso occasionale di stupefacenti, appartenenza a bande, intimidazioni a soggetti più deboli); ed in fine ad una sintomatologia grave, che si manifesta con comportamenti autolesivi (fuga, tossicodipendenza) e trasgressivi illegali (furti, spaccio). Crediamo sia opportuno affrontare questo tema con estrema chiarezza, perché come si evince dalla descrizione effettuata, le prospettive dei danni relative all’aumento del disagio sociale sono terribili.
Nelson Mandela affermava che “lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione”. Sull’onda di queste suggestive parole, è semplice rappresentare che molteplici studi, commissionati dal CONI o da corsi di laurea in scienze motorie, evidenziano come lo sport sia uno strumento valido di prevenzione e di contrasto al disagio sociale.
Le regole sportive e lo stimolo nella ricerca della migliore prestazione impongono all’atleta di qualsiasi livello di cimentarsi in una serie di comportamenti positivi. Un soggetto che praticherà con costanza una disciplina sportiva, infatti, sarà portato nella vita ad assumere atteggiamenti virtuosi con naturalezza.
Considerando il quadro sociale nel quale ci stiamo addentrando è opportuno porre lo sport al centro della strategia di ripresa post Covid-19. Non possiamo permettere che questa pandemia quando sarà finita alle sue spalle lasci solo macerie, per questo siamo convinti che le politiche europee debbano utilizzare lo sport come strumento di prevenzione e come fattore di ripristino dell’equilibrio sociale.
Fonti:
Liverta Sempio, Confalonieri, Scaratti, 1999
Misery-Index-Confcommercio-MIC-1-2021
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