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Piace solo alle sinistre

Nutri-Score: i cittadini UE non lo vogliono.

Nutri-Score Label, 5-colour Nutrition Label - illustration. (wwwebmeister on Shutterstock)

Fallita la petizione a favore del sistema dell'etichettatura francese. Il Nutri-Score affascina solo le solite burocrazie e qualche Governo particolarmente interessato a omologare tutti prodotti nazionali UE alla politica delle multinazionali....

La raccolta firme pro Nutri-score è fallita clamorosamente, nonostante il tam tam mediatico e gli sforzi profusi dalle deputate UE più attive del gruppo di verdi e socialisti (Biljana Borzan, Michèle Rivasi e Véronique Trillet-Lenoir), che da mesi insiste per l’introduzione di una etichettatura a semaforo per gli alimenti.

Sinistre e multinazionali unite per il Nutri-score

Parliamo della “Iniziativa di cittadini”, una petizione che voleva mettere pressione alle Istituzioni dell’Unione Europea affinchè fosse sancita l’obbligatorietà del Nutri-Score francese, ma che da regolamento avrebbe dovuto raccogliere un milione di firme nei vari stati UE nell’arco di un anno, salvo poi essere ritirata perchè ne ha raccolte poco più di centomila. Segno che i cittadini europei non ne vogliono sapere dell’etichettatura francese, a differenza delle solite burocrazie, di qualche stato particolarmente interessato a omologare i prodotti di tutti alla sua industria alimentare in compagnia delle multinazionali e con l’appoggio delle sinistre.

Ma chi sono gli eurodeputati che più spingono per introdurre questo sistrma di classificazione dei cibi che penalizzerebbe non solo il Made in Italy ma migliaia di DOP e IGP in tutta la UE?

Si tratta di deputati del Parlamento europeo appartenenti al Gruppo socialista e a quello dei Verdi. I più attivi, con conferenze stampa e interrogazioni al Parlamento, sono stati Michèle Rivasi (Francia, Verdi), Tilly Metz (Lussemburgo, Verdi), Petra De Sutter (Belgio, Verdi), Biljana Borzan (Croazia, Socialisti), Christel Schaldemose (Danimarca, Socialisti), Anja Hazekamp (Olanda, Sinistra Europea), Milan Brglez (Slovenia, Socialisti), Sara Cerdas (Portogallo, Socialisti), Benoît Biteau (Francia, Verdi), Véronique Trillet-Lenoir (Francia, liberali di Renew Europe), Eric Andrieu (Francia, Socialisti) e Sven Giegold (Germania, Verdi).

Il nutri-score è una minaccia per il Made in Italy e tutti i prodotti alimentari tipici delle nazioni UE

Purtroppo il nutri-score è ancora una minaccia per la produzione alimentare tipica. Dopo l’adozione volontaria in Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Germania, ciò che si stava provando a far entrare dalla porta sul retro con la petizione poi ritirata, rischia di entrare dalla porta principale.

Nell’ambito della strategia Farm to Fork, infatti, la Commissione UE ha avviato uno studio sulle etichettature alimentari, sulla base del quale prevede di formulare una proposta entro il 2022. Battaglia ancora aperta dunque, non a caso la Coldiretti tiene alta l’attenzione sul tema, soprattutto dopo che un paese leader come la Germania ha deciso di recente di adottare il sistema a semaforo. Così è passata al contrattacco, incassando il sostegno degli agricoltori europei e delle loro cooperative riuniti nel Copa e nel Cogeca.

In Italia una mozione di Fratelli d’Italia ha impegnato il Governo contro il nutri-score

Intanto, il Governo italiano, forte di un chiaro mandato parlamentare che ha approvato all’unanimità la Mozione Meloni-FDI contro il Nutri-Score, si sta muovendo a sua volta nella costituzione di un’alleanza europea opposta e contraria a quella dei paesi che già stanno adottando volontariamente il sistema di classificazione dei cibi sviluppato dai francesi. Nelle ultime settimane la Repubblica ceca, la Grecia, la Lettonia, l'Ungheria, Cipro e la Romania hanno chiesto all'UE di adottare un nuovo approccio al tema dell'etichettatura sulla parte anteriore della confezione degli alimenti, schierandosi al fianco dell’Italia in questa battaglia cruciale per l'industria alimentare nazionale.

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