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Solo una pandemia poteva mettere KO il mondo della kickboxing. E solo la tenacia e la determinazione dei campioni poteva farlo rialzare.

Lo scorso anno il Maestro Biagio Tralli, pluripremiato campione di kickboxing, dopo appena due settimane dal lockdown aveva già riorganizzato i turni di allenamento con lezioni impartite online: aveva chiamato a raccolta i suoi allievi con prontezza e senza lasciarsi scoraggiare dai limiti di una sessione virtuale. Anche nel secondo lockdown, per otto mesi a causa dello stop forzato, ha svolto lezioni virtuali. Dal 24 maggio la Dynamic Center di Matera ha riaperto e i calci e i pugni dei suoi atleti sono tornati: che ci sia un sacco davanti a sé o uno sparring partner, l’importante è ritrovare quel clima che solo un allenamento in presenza può dare. Ovviamente, vige un ferreo protocollo anti-Covid in cui non mancano test rapidi effettuati a campione nei vari turni.

Il Maestro Tralli, materano, è direttore tecnico della Nazionale italiana di low kick, e responsabile per la Basilicata della FederKombat consigliere delle DSA Coni lucane per il quadriennio 2021/2025.

Il Maestro è una leggenda della kickboxing: da bambino tirava calci e pugni su un ring improvvisato in cortile, dopo tantissimi sacrifici è diventato un campione. All’inizio ha avuto tutti contro: dai familiari agli amici più cari. Tutti a cercare di fargli cambiare idea, tutti con i piedi per terra. Ma a quel sogno no, era impossibile rinunciare. La sua storia è raccontata dalla giornalista Rossella Montemurro in Calci e pugni sul tetto del mondo. Biagio Tralli, identikit di un campione (Altrimedia edizioni).

Da anni allena giovani promesse della kickboxing: in tanti, dalla città dei Sassi, hanno fatto parte della squadra Azzurra, altri si sono imposti sui ring internazionali provando a seguire le orme del Maestro. Sul tatami il Tralli non insegna soltanto la kickboxing, cerca di educare soprattutto i più piccoli (i guantoni si possono indossare dai cinque anni) a mantenere un comportamento corretto con il prossimo.

La recente esperienza pandemica ha cambiato in parte le nostre vite e per molto tempo ci ha visti chiusi in casa. Come ha affrontato questo particolare periodo e in che modo ha continuato ad allenarsi e guidare i suoi atleti?

"Per quanto riguarda gli agonisti, grazie alle pressioni del Coni al Governo siamo riusciti ad allenare gli atleti che gareggiano per incontri nazionali e internazionali. Per tutti gli altri abbiamo predisposti videolezioni in varie fasce orarie - mattina pomeriggio e sera.  Molti allievi le hanno seguite, altri no perché ad esempio non avevano spazi adeguati per farlo.

Con la scusa di allenare mi sono allenato anch'io, altrimenti c'era il rischio che impazzissi!"

Ogni crisi può diventare un’opportunità se si riesce a cogliere le criticità analizzarle e cambiare direzione. Secondo lei la pandemia nella sua disciplina quali punti deboli ha evidenziato e quali secondo lei i passi irrinunciabili per migliorare il comparto?

La kickboxing è una disciplina che va fatta in presenza. Le videolezioni hanno colmato quello che sarebbe stato un vuoto, adesso tutti hanno imparato ad allenarsi online perché tutti hanno Zoom, Meet o WhatsApp sugli smartphone. Però, è un dato di fatto, nella kick devi avere qualcuno con sui allenarti ed è possibile farlo in sicurezza rispettando alcune norme.

Cosa si sente di dire ai giovani smarriti, disorientati confusi per ripartire con il piede giusto e conquistare il tetto del mondo?

Sicuramente la pandemia ha fatto un danno irreparabile e a essere maggiormente colpiti sono stati i più giovani. Da quando ho riaperto, sono tornati i bambini e alcuni di loro non sanno più correre. Li vedi e dici: "Non è possibile!"

Ci sono anche ragazzi di 18 anni che non hanno un briciolo di coordinazione e di forza per poter fare gli esercizi più semplici. Non ci riescono. Spero che tutti da adesso si rimbocchino le maniche e inizino a mettere nel cassetto tablet, smartphone, Xbox e simili oppure la vedo dura.

Quando un bambino sta all'aperto corre, gioca salta. Durante la pandemia i nostri figli si svegliavano e iniziavano la didattica a distanza, poi si buttavano sul divano, si sedavano di nuovo per mangiare e fare i compiti… I muscoli devono essere utilizzati altrimenti il nostro corpo distrugge ciò che è inutile. I ragazzi hanno perso tono muscolare e, stando seduti senza la possibilità di bruciare, hanno inevitabilmente messo peso.