Sottomissione compiuta. Strasburgo, cuore d’Europa avrà una delle più grandi moschee del continente. La sindaca ecologista Jeanne Barseghian si appresta a finanziare con soldi pubblici l’edificio di culto islamico. Da Libero apprendiamo che lunedì, al termine di un dibattito molto aspro, il consiglio comunale ha votato infatti lo sblocco di una sovvenzione pari a 2,5 milioni di euro in favore della costruzione della moschea Eyyub Sultan. Sarà nel quartiere della Meinau, dove c’è il più alto concentrato di turchi di Strasburgo. la città sede del Parlamento europeo diverrà in tal modo uno dei più grandi luoghi di culto islamico d’Europa. Nel 2025 vedrà la luce.
A Strasburgo moschea più grande d’Europa
“Il cantiere, portato avanti dall’organizzazione islamista Milli Görüs, vicina al presidente turco Erdogan e con molti tentacoli in Francia, è gigantesco: 32 milioni di euro in totale, 25,6 dei quali serviranno per la costruzione della moschea, che sarà dotata di due minareti alti 36 metri. Secondo quanto scritto da Le Monde, la moschea avrà anche un centro di ricerca, un museo, un piccolo centro commerciale e un ristorante”.
Moschea a Strasburgo, Consiglio comunale di fuoco
Come si diceva il dibattito è stato molto acceso al consiglio comunale di Strasburgo. «Il comune di Strasburgo finanzia una moschea sostenuta da una federazione che ha rifiutato di firmare la carta dei principi dell’islam di Francia; e difende un islam politico», ha twittato il ministro dell’Interno Gérald Darmanin. CHe è promotore di una legge contro le derive dell’islam che non è stata ancora discussa. “Sia Milli Görüs, sia l’altra federazione turca che segue il progetto della maxi-moschea, il Comité de coordination des musulmans turcs de France, non hanno firmato la carta dei principi dell’islam di Francia concordata a gennaio dall’esecutivo con il Consiglio francese del culto musulmano. E ieri, Eyup Sahin, responsabile locale di Milli Görüs, ha ribadito in diretta tv che non hanno alcuna intenzione di farlo. Dando dell’«ignorante» al ministro Darmanin per aver denunciato «l’ingerenza nazionalista» della Turchia”, leggiamo sul quotidiano.
L’assurdo: il ministro dell’interno accusato di nazionalismo
Il progetto vede anche finanziamenti diretti dal leader turco Erdogan. Ma su questo punto le associazioni rimangono sul vago, scrive Zanon su Libero. «I soldi vengono dai nostri fedeli a Strasburgo e da diverse moschee legate a Milli Görüs a livello europeo», ha detto Sahin, rimanendo molto vago e negando finanziamenti diretti da parte di Erdogan. Il partito ecologista, sotto la maschera dei valori umani, di fatto veicola le tesi dell’islamismo, ha attaccato Marlène Schiappa, ministra delegata alla Cittadinanza. Ricordiamo che l’11 dicembre 2018 Cherif Chekatt, lupo solitario dell’Isis, sparò a caso tra la folla dei mercatini di Natale. Rimasero uccisi cinque passanti fra cui il giornalista italiano Antonio Megalizzi, 29 anni. “L’anno successivo, L’Express definiva Strasburgo la capitale francese dell’islam turco”. Nonostante tutto ciò la sottomissione procede a vele spiegate…
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