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Una “nuova Europa”, unione di Stati liberi e sovrani | Parte I

Giorgia Meloni, Presidente di ECR Party, riaccende in Italia il dibattito sull’Europa confederale....

Più volte, nel corso dell’anno appena trascorso, che ha rappresentato uno spartiacque importante nella storia del Vecchio Continente, si sono verificati momenti di crisi acuta all’interno dell’UE, non solo dovuti alla chiara incapacità di gestire la pandemia Covid-19 con un approccio ed una prospettiva europea, ma anche per l’ingerenza che l’UE ha più volte dimostrato nei confronti degli Stati membri, su temi chiaramente non di competenza di Bruxelles. Ricordiamo, a titolo d’esempio, le vicende ungherese (ossia le regole introdotte dal Governo Orban per frenare la promozione della cosiddetta “educazione gender”) e polacca (inerente le pronunce della Corte suprema di Varsavia tese a ribadire il primato del diritto costituzionale nazionale su quello europeo).

La Brexit, conclusasi dopo anni di trattative, ha dimostrato che essere parte dell’UE non è un processo irreversibile, non è un “dogma di fede”, ma una scelta dei Popoli sovrani che, proprio perché liberi e indipendenti, possono anche decidere di cambiare lo status quo, con scelte certamente non facili ma estremamente coraggiose e lungimiranti.

Anche la gestione fallimentare dei flussi migratori ha certamente contribuito a dare un duro colpo alla credibilità dell’UE, alimentando il malcontento dei cittadini, specialmente nei Paesi membri – come Italia, Spagna e Grecia – maggiormente toccati dal fenomeno. Si consideri che – secondo quanto riportato dall’AGI, nella sola Italia, nel 2021, sono arrivati attraverso la rotta del Mediterraneo centrale 67mila migranti, quasi il doppio del 2020.

In questo clima, non certamente “mite”, anche in Italia si è riacceso il dibattito sul futuro dell’Unione Europea. Grazie a Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia e di ECR Party, si è tornati a parlare di un possibile progetto confederale. Il Presidente di ECR Party ha dichiarato più volte di voler “costruire l’Europa delle Nazioni, fondata sul principio di sussidiarietà e su un modello confederale nel quale la sovranità e le identità degli Stati nazionali sono valori da difendere”. In una lettera al quotidiano nazionale La Repubblica, in occasione dell’affidamento dell’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri a Mario Draghi, il Presidente Meloni ricordava proprio che “la famiglia dei Conservatori europei, che ho l’onore di presiedere, vorrebbe un’Europa migliore, capace di concentrare i propri sforzi su alcune materie importanti sulle quali può offrire davvero un valore aggiunto, anziché chiedere sempre più poteri senza spesso sapere nemmeno esercitarli”. 

Ma cos’è, dunque, una confederazione e da dove nasce questa idea nella nostra Europa?

A differenza dello Stato federale (il modello perseguito da Altiero Spinelli nel suo Manifesto di Ventotene), che è una unione composta da entità prive di personalità internazionale, basata quindi sul diritto interno, la confederazione è una unione stretta tra Stati sovrani e indipendenti, secondo i dettami del diritto interazionale e regolata da norme contenute in un trattato specifico, che istituisce alcuni organi comuni che si occupano di materie ben definite, generalmente di sicurezza, difesa e politica estera. Il modello confederale dell’Europa prevedrebbe, dunque, la cooperazione intergovernativa, senza però minare il concetto di sovranità assoluta dei Paesi membri. Si consentirebbe, allo stesso tempo, agli Stati di concordare azioni comuni su materie di interesse reciproco.

Gli Stati europei del secondo dopoguerra sono consci che, nel mondo diviso tra i giganti USA e URSS, non è più possibile rimanere isolati, né continuare a vivere in una condizione di conflitto perenne, che ha caratterizzato la storia del vecchio continente fin dalla caduta dell’Impero romano. L’analisi è comune a tutte le correnti, diversa la soluzione proposta.

I sostenitori del modello confederale ritengono sia necessario cooperare, ma senza cedere necessariamente la propria indipendenza, né negando le radici più profonde dello spirito nazionale. Il modello confederale vedrà tra i suoi più convinti sostenitori alcuni tra gli uomini più potenti ed influenti dell’epoca, non a caso provenienti dagli Stati più antichi, con una gloriosa storia pluricentenaria: Winston Churchill, Aristide Briand e Charles de Gaulle.

Proprio la tesi confederale diede impulso alle prime iniziative di cooperazione tra i governi europei.