Email Facebook Twitter LinkedIn
×ECR Party
The Conservative
ECR Party
TheConservative.onlineTwitterFacebookInstagramYouTubeEmailECR Party’s multilingual hub for Centre-Right ideas and commentary
ItalianItalianEnglishBulgarianCroatianCzechMacedonianPolishRomanianSpanishSwedish
The Conservative
Notizie & Commenti   |    TV   |    Print   |    Giornalisti

Le app di tracciamento UE

App di contact tracing ai tempi della pandemia che punto sono i paesi UE?

Come funzionano le app di tracciamento sviluppate dai Paesi UE? E quanto sono state scaricate?...

Sembra assurdo, ma è proprio così: una notifica sul telefono che comunica il suo proprietario di essere entrato in contatto con una persona positiva al Covid-19. 

Ecco come funzionano le tanto discusse app di contact tracing sviluppate negli ultimi mesi da tutti i paesi europei (e non solo) che, agendo in completa autonomia, hanno scelto di sfruttare anche la carta della tecnologia per mettere un freno all’impennata di contagi che, ormai da un anno, fa da sottofondo alle nostra vite. 

Sebbene tutti gli stati membri UE abbiano deciso, appunto, di perseguire questa strada per tracciare e monitorare i contagi, le modalità di applicazione e i risultati ottenuti sono stati vari e frammentati proprio perché, alla base, non c’è stato uno sforzo comune, ma una corsa agli armamenti squisitamente nazionale e autonoma. 

Il funzionamento delle app di tracciamento

Quando si è partiti dal presupposto di sviluppare un’app di questo tipo, le strade percorribili dagli stati europei erano principalmente due: 

  • creare un’app decentrata che partiva da dei codici sorgente messi a disposizione da Google e Apple 
  • creare un’app centralizzata e creata ad hoc 

Sebbene il funzionamento sia lo stesso (i telefoni comunicano tramite il bluetooth e, in caso di contatto, viene inviata una notifica che informa di essere stati esposti a un potenziale contagio), ciò che cambia tra questi due approcci è l’uso dei dati raccolti.

Nel caso delle app decentrate, infatti, tutte le informazioni raccolte rimangono sui telefoni degli utenti, senza che vengano trasferite a un server centrale, cosa che invece avviene nel caso delle applicazioni create da zero. 

Cosa hanno fatto i paesi UE?

Reuters, ovvero l’agenzia di stampa britannica, ha analizzato attentamente lo svilupparsi delle app di tracciamento nel Vecchio Continente. 

Secondo le sue analisi, paesi come Austria, Croazia, Danimarca, Germania, Italia, Irlanda, Lettonia e Polonia hanno rilasciato delle app che sfruttano il modello decentralizzato, mentre altre nazioni come Francia e Ungheria hanno lanciato dei sistemi che memorizzano le informazioni su un server centrale.

Sebbene le app funzionino senza intoppo a livello nazionale, la vera difficoltà sorge quando ci si ritrova a fare degli spostamenti internazionali: come vengono raccolti i dati in modo efficiente se non c’è una modalità di funzionamento univoca? 

L’UE sembra volersi muovere verso la direzione dell’interoperabilità, che permetterebbe di creare una vera e propria rete di interscambio tra i dati della app per il tracciamento del Covid-19. 

Qui entra in gioco il sistema Gateway implementato lo scorso ottobre: questo sistema permetterà di effettuare il tracciamento dei dati su tutto il territorio UE usando le app locali già installate sul proprio telefono, annullando quindi l’esigenza di scaricare la singola app in funzione in quel determinato paese comunitario. 

In quanti usando le app di tracciamento in Europa?

Chiarito il funzionamento locale e globale delle app di tracciamento, è giunto il momento di fare un punto sui dati relativi ai download in tutto il territorio comunitario. 

Ricordiamolo: si tratta sempre di app gratuite e installabili su base volontaria. 

I risultati ottenuti nei vari paesi UE sono diversi, influenzati dall’andamento della pandemia a livello locale e della diffidenza che i cittadini hanno avuto nei riguardi di questa nuova tecnologia. 

In Irlanda, per esempio, Covid Tracker ha avuto una penetrazione del 26% con circa 1,28 milioni di download. In Germania e UK, i dati relativi all'installazione delle rispettive app sono molto buoni: 18,4 milioni e 12,5 milioni (22% e 19% di penetrazione). In Portogallo e Austria, i download sono stai 1,26 milioni e 1 milione con un tasso di penetrazione dell’11 e 12%. In Spagna 4,6 milioni con il 10% di penetrazione, mentre l’Italia con Immuni conta 7 milioni di download e l’11% di penetrazione.

Imparentato