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Il Giorno della Memoria. L’orrore della Shoah e i Giusti tra le Nazioni: ricordiamoli sempre

Millenni di storia. Millenni di tragedie e di sofferenze provocate dall’odio e dalla violenza. Tenebre insondabili nascoste nelle profondità dell’inconscio individuale e collettivo. Quando l’odio coinvolge popoli e nazioni, inizia il tragico percorso delle guerre, delle stragi e del genocidio. Incominciano i sacrifici umani. Vittime immolate in un delirio che cancella la nobiltà della vita.

Shoa, la pianificazione del male assoluto. Ricordiamolo

Come nell’ultimo conflitto mondiale dove le forze del male hanno sacrificato milioni di innocenti. Nella civilissima Europa fu organizzata l’eliminazione di un intero popolo. In modo sistematico. In modo scientifico. Con leggi che toglievano ai perseguitati ogni diritto. Che consentivano ogni aberrazione agli aguzzini. Che giustificavano eccidi, torture, esperimenti disumani sui prigionieri… >Era stato legalizzato e pianificato il “male assoluto”. E’ necessario ricordare. E’ necessario far ricordare. E’ necessario che la memoria della Shoah resti viva e incancellabile. Per impedire che accada ancora. Per impedire nuove tragiche follie contro qualunque popolo. Contro qualunque comunità. Per questo è nato su Monte Herzl il sacrario di Yad Vashem.

Scempio di innocenti: l’odio può distruggere la vita

“Un memoriale, un nome”. Il luogo dove la memoria si inabissa nell’anima. Dove la mente naufraga disperata alla ricerca di un ‘perché’. Il luogo dove la coscienza si specchia, sola e smarrita, nel dolore del mondo. Dachau, Birkenau, Treblinka, Auschwitz, Buchenwald, Belzec, Flossemburg… Campi di prigionia e di sterminio. Sterminio di bambini, di donne, di uomini. Di Persone. Elenco interminabile di nomi. Senza fine. Perché? Perché l’odio può distruggere la vita? Perché può fare scempio degli innocenti?

A Yad Vashem imprigionato il male

A Yad Vashem è conservato il dolore. Sacro. Tragico. Implacabile. Sulle pendici di Monte Herzl è stato imprigionato il male E’ stato sepolto nella Foresta di Gerusalemme. E’ stato legato con i lacci potenti della memoria. E’ stato incatenato al ricordo di sei milioni di vittime. Sei milioni di martiri immolati sul rogo dell’odio e della violenza.

E quei nomi prendono forma. Diventano immagini. Diventano volti. Diventano sguardi. Bambini. Bambini. Più, molto più, di un milione. Innocenti. Ricordiamoli. Sì. A Yad Vashem è conservata l’innocenza. Ha occhi grandi l’innocenza. Grandi. Immensi. Immensi come l’immensità del cielo. Come il mistero della vita. Come la nostalgia dell’infinito. Immensi. Ha occhi belli, l’innocenza. Belli. Belli. Belli come l’Amore. Come le gemme a primavera. Belli. Ha occhi eterni, l’innocenza. Eterni. Eterni come il respiro dell’universo. Come il suono della creazione. Come la speranza. Come la speranza, che non muore mai.

Il ricordo dei Giusti tra le Nazioni

E a Yad Vashem è conservato anche il ricordo dei Giusti tra le Nazioni. Eroi silenziosi che a rischio della propria vita, hanno salvato la vita ai perseguitati, hanno protetto gli innocenti. Fra i Giusti centinaia e centinaia di italiani. Ora fanno compagnia alle vittime della Shoah. Uniti nella memoria, per sempre. Tra questi Giorgio Perlasca. Che, in Ungheria, ha salvato più di cinquemila ebrei destinati ai campi di sterminio. Rientrato in Italia dopo essere stato fatto prigioniero dai sovietici, tornò alla sua vita normale.

L’eroismo di Perlasca: l’ho fatto perché sono un uomo

Non fece mai parola a nessuno di quanto aveva compiuto a Budapest. Il suo eroismo fu rivelato durante una trasmissione televisiva. Ne avevano ritrovato le tracce, dopo difficili ricerche, alcune ebree salvate a Budapest. I giornalisti gli chiesero perché l’avesse fatto. Giorgio Perlasca rispose: “L’ho fatto perché sono un uomo”. Semplicemente. La grandezza dei Giusti tra le Nazioni. Contro l’odio, contro la violenza, contro il potere, di fronte alla paura e al dolore, solamente un briciolo di Umanità. Ricordiamolo.

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