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Design Italiano da rivalutare

IL DESIGN ITALIANO ALLA BASE DEL NUOVO RINASCIMENTO ECONOMICO

Ph. Ale Creative Elementis

Servono nuovi investimenti sulla creativitá italiana per tornare a contare su un settore troppo sottovalutato ma utile alla ripresa industriale...

Tra le risorse economiche ed industriali nel territorio italiano, quella relativa al design é forse, attualmente, la piú sottovalutata nonostante l'Italia rappresenti il paese europeo con il maggior numero di imprese specializzate che offrono occupazione a quasi 65000 lavoratori, con un giro d'affari che ci vede al terzo posto dietro solo a Regno Unito e Germania. 
Da sempre l'Italia é considerata dal mondo intero la patria indiscussa dello stile e Milano continua ad essere riconosciuta la cittá piú rappresentativa del design, soprattutto industriale, ospitando la maggior concentrazione di professionisti e scuole specialistiche di tutto il territorio Europeo. 


Le varie associazioni italiane operanti nell'ambito del design hanno illustrato con il report "Design Economy 2020" uno scenario che vede il comparto stilistico italiano in continua crescita, nonostante l'influenza della pandemia di Covid19 sul mercato, grazie anche ai continui investimenti fatti da aziende di ogni settore nella green-economy che é considerata, da sempre, un propulsore straordinario per la crescita di nuove concezioni estetiche dei prodotti industriali.


Ció che rende ancora impossibile la classificazione del comparto design tra i principali motori economici dell'Italia e la grande frammentazione industriale che da sempre caratterizza la nazione, con micro imprese e liberi professionisti a rappresentare la maggioranza occupazionale del settore e grandi aziende ancora incapaci di sfruttarne le immense potenzialitá. Le industrie "di design" italiane sono strettamente legate al territorio di origine e hanno enormi difficoltá ad affacciarsi a panorami imprenditoriali di piú ampio respiro, cosí come invece hanno imparato a fare imprese anglosassoni o francesi registrando cosí, risultati occupazionali e di fatturato nettamente superiori seppure con una tradizione stilistica tipicamente meno riconosciuta rispetto a quella italiana.


Lo stile italiano ha vissuto, dal secondo dopoguerra fino agli anni novanta, un periodo ricco di riconoscimenti internazionali e grandi numeri produttivi soprattutto nel settore moda e automotive. La creazione di icone stilistiche é una prerogativa tipicamente italiana, basti pensare ad oggetti mitici quali la lambretta o la vespa, create per permettere una mobilitá altrimenti complessa in uno scenario post bellico alla fine degli anni 40, o progetti automobilistici grandiosi come quello della Fiat 500 del 1957 che permise alla classe proletaria di possedere il primo mezzo di locomozione per tutta la famiglia. Al settore dell'automotive poi, si uní quello della moda che, dagli anni 60 rappresenta per il l'Italia un vero e proprio segno di riconoscimento stilistico mondiale e che continua ad essere d'esempio e di ispirazione per tutto il design di produzione. 


La caratteristica fondamentale del design Italiano é l'unione indissolubile tra senso estetico, utilitá e periodo storico e poche altre nazioni al mondo hanno vissuto il susseguirsi di eventi epocali di una varietá simile a quelli vissuti dal bel paese e nell'ultimo secolo il design Italiano ha fatto tesoro di ogni situazione per creare e vendere bellezza.
Negli ultimi 20 anni, nuovo impulso all'ispirazione progettuale dei professionisti italiani é stato dato dalla ricerca continua di tutto ció che potesse essere considerato eco-friendly e potesse rientrare nella nuova green-aconomy trasformando il design, soprattutto industrial, in un laboratorio di rimodellazione estetica e tecnologica. La forza del design italiano, adesso, risiede nella capacitá di trovare nuove ispirazioni anche dallo scanario pandemico attuale e impostare la progettualitá degli elementi cosí da venire incontro, magari, alle nuove esigenze di distanziamento interpersonale, di maggiore igiene e della nuova quotidianeitá a cui il mondo é stato costretto. I designers di tutto il mondo stanno riprogettando nuovi spazi pubblici e domestici, nuovi mezzi di locomozione, nuovi elementi d'arredo e persino nuovi indumenti in base alle nuove consapevolezze acquisite nell'ultimo difficile anno e l'Italia deve essere capace di sfruttare al meglio il know-how intrinseco del settore rivalutando il design con un'impronta imprenditoriale piú aggressiva e competitiva al livello internazionale. 
La nuova impostazione strategica dello stile italiano deve partire dalle scuole e dalle universitá di settore presenti sul territorio con una formazione piú imprenditoriale e una sinergia piú sviluppata con aziende nazionali ed internazionali cosí da permettere alla nuova generazione di professionisti di guidare una rinascita industriale che deve avere come propulsore efficace il design puro italiano. 


Resta fondamentale il ruolo delle istituzioni che devono ricominciare a credere nell'imprenditorialitá creativa dell'Italia e devono tornare a  coltivare con cura ció che ha reso l'Italia lunica vera potenza stilistica nel mondo, investendo sul talento e la formazione di coloro che potranno, un giorno, tornare a disegnare icone stilistiche capaci di far ripartire il motore economico della nazione. Tra le difficoltá denunciate dagli addetti ai lavori c'é un'immobilitá sostanziale da parte delle istituzioni relativa alla valorizzazione del comparto stilistica dovuta ad una gravissima sottovalutazione delle potenzialitá che il design puó avere se coraggiosamente supportato dagli organi competenti.


Il design puó tornare ad essere l'arma in piú di una nazione che da sempre crea opportunitá dai periodi difficili e lo ha sempre fatto soprattutto con il coraggio della bellezza.

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