Stiamo vivendo in una faglia del tempo che nasconde un futuro colmo di paure e di fascino. Il secolo ‘breve’, come lo ha definito Eric Hobsbawm, sta morendo. Si spengono rapidamente i fuochi che hanno bruciato idee, speranze e sogni delle vecchie generazioni. Assetate di vita e di morte.
La morte dell’Occidente, le dottrine del 900 sono spente
Le dottrine del ‘900 sono diventate evanescenti, indefinite, spente. Sembrano immerse in una palude confusa e malsana. Arcaici simulacri di una storia tormentata. Maschere di quell’eterna sete di potere. Che domina la storia dell’umanità. Complici beffarde di un gioco truffaldino. Dove il bagatto vince sempre. Anche quando perde. Ideologie che oramai servono solo per accusare l’avversario di responsabilità antiche. E per costruire partiti personali dalla vocazione aziendale.
Solo in Cina resiste il comunismo
Solamente in Cina resiste potente, ritoccata con furbizia, l’ideologia comunista, figlia del secolo scorso. Ispiratrice di un regime totalitario duro e aggressivo. Fondato sul pensiero marxista di Mao Zedong. In tutto il pianeta i modelli mentali, affettivi, religiosi e politici si stanno trasformando. A una velocità che confonde la coscienza e i pensieri. Irrompe, con una violenza e una rapidità inarrestabili, l’era dei social.
I social hanno ucciso la politica
Un’epoca di tecnologie in grado di gestire e di controllare, in ogni suo passo, l’esistenza umana. Dalla vita nascente alla morte. Vengono demoliti, uno dopo l’altro, i pilastri sui quali, per millenni, era stato edificato il tempio del progresso umano. Teologia, etica, politica, economia, organizzazione sociale…
A rischio i diritti e le libertà
Possiamo guardare in diretta guerre e massacri sorseggiando un caffè o un bicchiere di prosecco. O abituarci ad essere ‘monitorati’ in ogni momento della nostra vita. E per questo stanno vacillando pericolosamente i sistemi democratici. E ridotti pericolosamente i diritti e le libertà. Le multinazionali dispongono di risorse inesauribili, superiori a quelle degli Stati sovrani. Alle prese con enormi debiti pubblici che non riusciranno mai a sanare.
Internet orienta pensieri e bisogni delle masse
Le aziende che posseggono il dominio di internet e che controllano il mondo degli algoritmi e del ‘virtuale’ producono utili vertiginosi. Sono in grado di orientare i pensieri, i bisogni e la vita della masse. Possono imporre le scelte sui consumi. Ma anche sulle preferenze ideologiche ed elettorali. In realtà il sistema democratico, che annunciava il trionfo della volontà del popolo. sembra essere giunto a una crisi irreversibile.
All’orizzonte appaiono le ‘patrie futuribili’
Gli eletti non hanno più alcun potere. Di fronte al dominio della finanza internazionale. E dei padroni del virtuale. Sono prigionieri, come tutti i cittadini. Appaiono all’orizzonte le ‘patrie futuribili’.
Le nuove patrie. Dove il sistema democratico viene gradualmente sostituito dalla dittatura di internet. E dove le nuove forme di schiavitù vengono accolte con entusiasmo. O con rassegnazione. La Cina precorre i tempi. Ma qui la politica prevale sulla finanza e sull’economia. Qui lo Stato decide il destino delle generazioni e ne condiziona le coscienze.
Il regime totalitario controlla la ricerca scientifica
Il regime totalitario, liberticida e dogmatico, possiede il dominio anche sull’uso delle tecnologie. E sul mondo virtuale. Controlla la ricerca scientifica, controlla i brevetti. Controlla l’intero sistema alla base dello sviluppo tecnologico. E controlla anche la sperimentazione sociale. Intere fasce di popolazione e intere regioni stanno già diventando una ‘patria futuribile’.
Una macchina del potere perfetto
Ogni singola persona è inserita in un nuovo modello di organizzazione sociale dove gli algoritmi sono padroni dell’esistenza. Regolano ruoli, compiti e comportamenti di ogni cittadino. Ne accertano la condotta. E ne decretano la pena o il premio. Una macchina del potere perfetta. Una prigione perfetta. Lo Stato determina e gestisce il cambiamento epocale e il futuro del popolo.
La ‘vecchia’ Europa ha un patrimonio inesauribile
E noi? Quale sarà la nostra ‘patria futuribile’? Quella che sta creando il comunismo cinese? O una di quelle che stanno realizzando le multinazionali dell’informatica? Con la complicità di una classe politica impreparata, debole e incapace? Le civiltà europee, e ancor più la civiltà mediterranea, possono attingere ad un incommensurabile patrimonio del sapere.
L’Occidente può provocare il risveglio della Politica
Un immenso patrimonio dove è racchiusa la sapienza. Che ha consentito il superamento delle vecchie schiavitù. Dove sono ancora presenti le fondamenta sulle quali costruire una ‘terza via’. Una patria alternativa alle ‘patrie futuribili’ del comunismo cinese. E del neocapitalismo occidentale. E dove c’è la forza che può provocare il risveglio della Politica.
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