Una Riforma dei Critari Catastali per Snellire la Burocrazia e Aggiornare i Valori di Mercato ma Senza l'Aumento delle Imposte...
Il governo Italiano pensa ad una riforma del catasto attraverso una massiccia digitalizzazione dei dati pubblici e uno snellimento delle fasi burocratiche cosí da renderlo piú funzionale senza gli aumenti delle tasse prospettati negli ultimi giorni. Sono decenni ormai che si tenta un cambio epocale delle formule catastali e della struttura stessa del settore e da sempre si cerca di limitare le contraddizioni relative ai vari condoni e alle riduzioni fiscali che non sempre toccano chi ne avrebbe davvero diritto.
Buona parte della riforma riguarderá la definizione del valore degli immobili ai fini fiscali per renderli piú aderenti alla realta del mercato. La necessitá di equitá si scontra con la viva possibilitá di aumento delle imposte dovute alle manovre di ammodernamento. Il sistema del catasto, attualmente, risulta fermo ad estimi cristallizzati ormai dalla fine degli anni '80 quando ci fu l'introduzione dell'Ici. Sugli estimi si basano tutti i valori relativi alle procedure di acquisto, intestazione, ereditá e donazioni oltre che la definizione delle imposte. La rendita catastale dell'immobile calcolata con gli estimi, poi, contribuisce a determinare anche il reddito Isee, strumento ormai necessario per gli incentivi assistenziali e qualsiasi altro procedimento economico-fiscale personale.
Gli estimi catastali attuali sono completamente falsati da valori di mercato vecchi e basati addirittura su una divisione del territorio, soprattutto nelle grandi cittá, del tutto incongrua. La "consistenza" degli immobili residenziali, poi, é computata sul numero dei "vani catastali" e non sui metri quadri, come dovrebbe essere e la cosa porta a valutazioni di mercato obsolete e impraticabili.
Tra le modifiche che verrebbero apportate, quindi, ci sarebbe una suddivisione territoriale molto piú precisa e verosimile e superfici misurate in metri qudrati snellendo anche il farraginoso sistema di divisione in classi e categorie. I valori dati agli immobili dall'Agenzia delle Entrate, proprio perché basati su "consistenze" effettive, risultano essere giá piú realistici di quelli dati dal catasto e una riforma in tal proposito renderebbe le due valutazioni finalmente compatibili.
Giá nel 1996 ci furono i primi tentativi di adeguamento del sistema catastale ai nuovi criteri ma ci fu una forte opposizione dovuta al paventato aumento delle imposte, comunque mai ben definito. Il problema principale che si risolverebbe con le nuove regole riguarda l'inequitá nel pagamento delle imposte che, attualmente, sembrerebbero essere troppo simili tra immobili "normali" e quelli di lusso con uguali consistenze e dovute alle vecchie classificazioni. Si dovrebbero depenalizzare, dapprima, gli investimenti immobiliari e renderli meno impegnativi rispetto a quelli finanziari classici per incentivare passaggi di proprietá ed ereditari che al momento risultano essere davvero troppo dispendiosi.
La riforma in questione é inevitabile, cosí come inevitabile dovrebbe essere la discussione relative alle modalitá di modifica delle vecchie regole. Salvaguardare il potere di acquisto immobiliare e rendere la gestione piú semplice e meno dispendiosa é fondamentale, a fronte del mantenimento dell'entitá delle imposte attualmente in vigore, giá considerate troppo elevate.
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