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Piattaforma eolica floating

Progetto europeo MedDWos, il più grande parco eolico galleggiante del mondo

L'impianto eolico galleggiante più grande al mondo realizzato attraverso un progetto europeo...

Tra i paesi membri dell’Unione Europea, la posizione e conformazione geografica dell’Italia risulta essere particolarmente interessante dal punto di vista delle energie rinnovabili e, proprio per questo motivo, in questi giorni si sta tornando a dibattere sul tema degli impianti eolici offshore, ovvero quelli che sorgono in mezzo la mare e non sulla terraferma. 

Se, infatti, lo scorso marzo si discuteva di un progetto che prevedesse la realizzazione di un impianto eolico al largo della riviera romagnola (frutto dello sforzo congiunto di Wind 2020 e il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti), oggi tutta l’attenzione è focalizzata sul progetto europeo MeDWos (Mediterranean Wind Off Shore). 

Questa idea particolarmente ambiziosa è sostenuta da due partner, Toto Holding e Renexia, e prevede la realizzazione di un impianto eolico offshore distante 60 chilometri dalle coste siciliane. 

L’impianto, però, avrà una particolarità unica nel suo genere: quella che verrà impiegata nella sua costruzione è la tecnologia del floating, tecnica per cui gli aerogeneratori non verranno fissati sul fondale marino, ma saranno galleggianti.

Impianto eolico offshore di ultima generazione

Le turbine eoliche che andranno a comporre l'impianto offshore siciliano saranno montate su una piattaforma galleggiante, cosa che ne aumenterà notevolmente l’efficienza. 

Questa tipologia di dispositivo, infatti, permette di sfruttare al meglio tutta la forza eolica di luoghi effettivamente ventosi, ma che risultavano inutilizzabili a causa di caratteristiche morfologiche sfavorevoli, come per esempio la profondità del fondale. 

In questo caso è stato essenziale il contributo del progetto europeo TELWIND (durato 3 anni e finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma di ricerca e sviluppo H2020), il cui obiettivo era quello di trovare delle soluzioni galleggianti innovative che permettessero l’installazione offshore praticamente ovunque. 

Il team di ricerca, dopo numerosi sforzi, è riuscito a trovare una configurazione particolarmente funzionale che sfrutta un sistema di cisterne di zavorra sospese e una torre telescopica automontante.

La configurazione dell’impianto siciliano

Il progetto, che di recente ha mosso i primi passi con la presentazione della domanda per la concessione marittima necessaria al Ministero delle Infrastrutture italiano, prevede l’installazione di 190 turbine.

La scelta dell’area per l’installazione delle turbine dipende notevolmente dalla profondità del fondale (che deve essere da 100 a 600 metri), mentre i generatori saranno sistemati a circa 3 chilometri di distanza l’uno dall’altro. 

La scelta di questa disposizione è dettata dalla volontà di voler avere il minor impatto possibile sul traffico marittimo (sia commerciale che turistico) e sull’ecosistema.

Una volta a regime, queste saranno in grado di generare circa 2.9 GW di potenza, fornendo energia a circa 3.4 milioni di famiglie e con un fatturato che si aggira sui 130 euro per MW, aiutando l'Unione a rientrare nei piani di sostenibilità prefissati dal Green Deal Europeo.

Quale impatto sull’ambiente?

Data la quantità di turbine che verranno installate, è legittimo chiedersi quale sia il reale impatto di questa operazione sull’ecosistema che la ospiterà. 

Per quanto riguarda il lato paesaggistico, trattandosi di un impianto situato a 60 chilometri dalla costa, questo sarà praticamente invisibile all’occhio umano. 

Dal punto di vista ambientale, invece, questo progetto ha come obiettivo la salvaguardia dell’ecosistema marittimo, tanto che ogni aerogeneratore verrà dotato di radar e telecamere che monitoreranno lo spostamento dei cetacei del Mediterraneo. 

In più, la posizione dell’impianto non arrecherà nessun disturbo alle rotte migratorie degli uccelli, ma, anzi, verrà usato per creare degli alloggiamenti in cui i volatili potranno trovare riparo e sostentamento. 

La data di attivazione dell’impianto è prevista per il 2025. 

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