Pubblichiamo l’intervento integrale Giorgia Meloni alla videoconferenza “Farm to fork e Made in Italy. Difendiamo l’agroalimentare italiano” organizzata dalla delegazione di FdI al Parlamento europeo. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il commissario Ue all’Agricoltura Wojciechowski e i principali rappresentanti delle categorie del mondo agricolo
Buonasera a tutti, grazie alla delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo guidata da Carlo Fidanza, che ha voluto aprire questo ciclo di conferenze intitolato “Difendiamo ciò che amiamo”, proprio con un primo appuntamento dedicato non casualmente all’agroalimentare italiano. Grazie al Commissario Wojchiekowski che rappresenta la Polonia e la famiglia dei Conservatori europei che ho l’onore di guidare nella Commissione Europea. Ma grazie soprattutto ai nostri illustri ospiti. Per noi è davvero un piacere e un onore poter ospitare i presidenti delle organizzazioni agricole, delle industrie della trasformazione e della chimica, nonché di una professione tecnica fondamentale per il nostro mondo agricolo.
Meloni: “La Patria è l’amore per la terra dei padri”
Noi di Fratelli d’Italia siamo da sempre attenti alla difesa della nostra agricoltura, del nostro Made in Italy e del nostro agroalimentare. Siamo un partito di patrioti e la Patria è la terra dei padri, non solo intesa come vincolo di appartenenza culturale ma anche come amore per la terra, il magnifico territorio che il buon Dio ci ha donato, che generazioni di italiani hanno difeso e che milioni di italiani rendono grande e fruttuoso ogni giorno.
Noi conservatori amiamo la natura e la vogliamo difendere anche da ideologismi dannosi, che pretendono di espellere l’uomo dalla natura. Purtroppo, l’Unione Europea è il terreno di confronto in cui sempre di più si deve difendere il nostro modello agricolo ed agroalimentare, tutelare il nostro interesse nazionale, sostenere le nostre imprese. E consentire loro di lavorare.
Il Green Deal ha portato al centro dell’agenda europea priorità come l’ambiente, la buona alimentazione, la biodiversità, la produzione di cibo “sostenibile” attraverso la strategia “Farm to Fork – Dal produttore al consumatore”. Il titolo, come spesso accade a Bruxelles, è più che condivisibile. Poi sullo svolgimento abbiamo alcuni dubbi e preoccupazioni, che in buona parte si sposano con le sollecitazioni che in questi mesi ci sono arrivate dalle categorie di questo mondo.
“Noi italiani maestri inarrivabili”
Affinché “farm to fork” non rimanga soltanto uno slogan, dobbiamo evitare un approccio ideologico e pretendere che i passi più significativi di questa strategia siano fondati su basi scientifiche solide, su valutazioni di impatto preliminari e sul coinvolgimento degli attori della filiera. Finora tutto questo è tragicamente mancato ed è un tema che abbiamo posto.
Sia chiaro: quando parliamo di qualità dei prodotti, di filiera corta, di sostenibilità, di identità e legame con il territorio, di stili alimentari sani ed equilibrati, possiamo dire senza timore di smentita che noi italiani siamo maestri inarrivabili. Quindi non saremo certamente noi a sottrarci a questa sfida. Però vogliamo impegnarci a tutti i livelli affinché questa strategia non si traduca in una sequela infinita di obblighi e oneri per le imprese, come se non ce ne fossero già abbastanza, tra l’altro spesso insostenibili.
“Priorità alla competitività delle nostre imprese”
Vogliamo impegnarci perché la priorità sia data alla crescita economica e alla competitività delle nostre imprese, perché i consumatori siano liberi di compiere scelte consapevoli potendosi permettere cibo di qualità, perché non ci siano politiche discriminatorie che tendano a penalizzare le proteine animali a vantaggio di altri tipi di diete, che vanno molto di moda ma dimenticano strumentalmente che molti prodotti agroalimentari – inclusi quelli di origine animale – fanno parte della tradizione dei territori, le cui ricette appartengono al nostro patrimonio gastronomico apprezzato e ricercato in tutto il mondo.
“Il Nutriscore è una follia”
Il Nutriscore è una follia e Fratelli d’Italia si impegnerà per bloccare questo sistema di etichettatura discriminatorio che non ha basi scientifiche e che è penalizzante per il nostro agroalimentare di qualità. Il Nutriscore è un modello di proprietà di un’agenzia francese, che penalizza il nostro agroalimentare di qualità e che si va imponendo oggi in diverse Nazioni europee con leggi nazionali e con la complicità delle multinazionali della grande distribuzione. Noi non saremo complici e malgrado ci sia una forte pressione affinché sia reso obbligatorio in tutta l’Unione FdI intende opporsi perché non è accettabile.
“Bloccarlo diventi una battaglia di tutti i partiti”
Già diversi mesi fa facemmo approvare una nostra mozione alla Camera per impegnare il Governo italiano a fare tutto quanto in suo potere per fermare questo attentato al nostro Made in Italy. Intendiamo andare avanti. Il no al Nutriscore deve diventare una battaglia di tutti i partiti italiani: noi faremo la nostra parte in Italia e in Europa, come sempre. Perché quando si tratta di difendere l’interesse italiano semplicemente Fratelli d’Italia c’è, come c’è sempre stata e come sempre ci sarà.
Grazie ancora e buona sera a tutti.
Giorgia Meloni
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