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Amazon, 44 miliardi di entrate in Europa: zero tasse pagate. La Ue tace e Bezos se la ride

La notizia tiene banco sui giornali economici ed è un vero proprio terremoto per i Palazzi della politica europea. Amazon non paga un solo centesimo di tasse in Europa nonostante i ricavi record. Il quotidiano britannico The Guardian, che ha pubblicato il bilancio 2020 di Amazon Europa. La società con sede in Lussemburgo attraverso la quale il colosso di Jeff Bezos (l’uomo più ricco del mondo) vende prodotti anche in Italia. 

Lavoratori italiani sfruttati, ma Amazon brinda e non paga le tasse 

Nell’anno della pandemia, il colosso del commercio on line ha realizzato in Europa vendite record per 44 miliardi di euro. Tasse pagate da noi? Zero. Una beffa che tocca anche l’Italia perché dal Lussemburgo Amazon gestisce le sue filiali in Francia, Germania, Olanda, Spagna, Polonia, Svezia e appunto da noi. 

Infatti, Amazon EU Sarl, nonostante l’incremento dei ricavi del 30%, ha messo a bilancio perdite per 1,2 miliardi di euro. La beffa nella beffa? Amazon ha maturato quindi un credito d’imposta di 56 milioni di euro. Tutto nel rispetto delle leggi. Segno che le leggi europee vanno riscritte. 

A Bruxelles fanno capire di essere caduti dal pero. «Abbiamo visto gli articoli sulla stampa, non entriamo nei dettagli, ma in linea generale la Commissione ha adottato un’agenda molto ambiziosa in materia di fiscalità e intendiamo lavorare contro le frodi fiscali», ha commentato ieri il portavoce della Commissione Ue. 

Bezos e Juncker, quello strano patto 

Nel frattempo, resta in mano alla Corte di giustizia Ue il contenzioso tra l’Ue, Amazon e il Lussemburgo (quello dell’europeista Juncker) dopo che la società e il Granducato hanno fatto ricorso contro la decisione dell’Antitrust Ue, che nel 2017 concluse che il Lussemburgo aveva concesso ad Amazon vantaggi fiscali indebiti per circa 250 milioni di euro. 

«Amazon paga tutte le tasse richieste in ogni paese in cui opera. Le tasse sulle imprese si basano sui profitti e non sui ricavi e i nostri profitti sono rimasti bassi a causa dei massicci investimenti e del fatto che il nostro è un settore altamente competitivo e con margini ridotti». Questa la replica di Amazon. 

“Facciamo cose folli insieme e poi le rendiamo normali”. Così Jeff Bezos, padrone di Amazon, uomo più ricco del mondo, commentava gli utili record della sua creatura. Era il 3 febbraio 2021 e annunciava ricavi record pari a 125,6 miliardi nel quarto trimestre, per la prima volta sopra la quota simbolica dei cento miliardi. 

Cose folli come non pagare un euro di tasse e farlo pure risultare normale.