Un cammino per lo sport. Un viaggio di 600 chilometri, da Genova a Roma a piedi, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riaprire le strutture sportive in totale sicurezza. Questa è stata l’impresa, non solo sportiva, compiuta da Ercole Battistone, presidente dell’Hercules Gym di Genova, sodalizio sportivo affiliato all’Ente di Promozione Sportiva OPES. Dopo 103 giorni dall’ultima chiusura, stabilita con il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 25 ottobre 2020, lo scorso 5 febbraio il quarantaduenne genovese si è messo in cammino per raggiungere piazza Montecitorio, con l’intento di poter consegnare direttamente alle Istituzioni il suo appello, che poi è lo stesso di tutte le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche e di milioni di italiani. Avrebbe voluto incontrare un Ministro dello Sport – peccato che il nuovo Governo affidato al Primo Ministro Mario Draghi all’epoca non avesse nominato né il sostituto di Vincenzo Spadafora né avesse attribuito una delega ad un sottosegretario – per ricordargli le sofferenze del comparto che non produce soltanto PIL ma anche benessere. Avrebbe voluto evidenziare alla massima autorità chiamata a gestire, a programmare e a controllare il settore che sono stati redatti appositamente dei rigidi protocolli di sicurezza per contrastare la diffusione del virus in ambito sportivo; che i gestori di palestre, piscine, stadi ed impianti hanno investito risorse e capitali per igienizzare gli ambienti e per ridisegnare i layout delle loro strutture; che l’Italia è stata suddivisa in zone di diversi colori a seconda della gravità della situazione epidemiologica vissuta da ciascuna regione; e che, nonostante tutto, il mondo dello sport, come pochi altri settori, è rimasto chiuso. Inoltre, avrebbe sottolineato al sostituto di Vincenzo Spadafora che i danni generati dalla crisi da coronavirus, sia a livello sociale sia a livello economico, non sono quantificabili. Se migliaia di associazioni o società sportive cessano di esistere, l’Italia si ritrova con meno avamposti che promuovono il benessere e i corretti stili di vita e con meno sentinelle che diffondono i valori positivi dello sport, aiutando i giovani a tenersi alla larga dal crimine e dall’illegalità. Per questi e molti altri motivi, tra cui la voglia di non vedere il suo sogno, la sua palestra, tramutarsi in incubo, si è messo in cammino. Armato soltanto del suo zaino e di un tricolore, sul quale ha raccolto le firme di dirigenti, tecnici, sportivi e semplici cittadini che hanno sostenuto o appoggiato la sua iniziativa pacifica in nome dello sport, dopo 17 giorni, il 22 febbraio, si è presentato dinanzi alla sede del Parlamento italiano. Il suo viaggio è stato raccontato da diversi organi di informazione e da testate giornalistiche locali e nazionali, ma, una volta giunto nella Capitale, Battistone non ha trovato nessun rappresentante della maggioranza. Porte chiuse per il rappresentante del mondo delle palestre e delle piscine. Nessun esponente del Governo si è degnato di riceverlo, di ascoltare il suo appello e di comprendere meglio i motivi che hanno spinto un uomo di quarantadue anni a compiere una simile impresa, sfidando i suoi limiti, le sue paure, le avverse condizioni meteorologiche e gli imprevisti. No, nessun esponente delle forze che sostengono il Premier Draghi si è palesato. Solo la delegazione di deputati e senatori di Fratelli d’Italia ha atteso l’arrivo di Ercole Battistone. Perché quel gruppo di parlamentari, capitanato dall’On. Federico Mollicone, è dalla parte dei cittadini, è pronto ad ascoltare le grida d’aiuto o ad offrire vicinanza, solidarietà o, come in questo caso, battaglia all’interno delle sedi più indicate a deliberare e legiferare su temi di pubblico interesse.
Onorevole Mollicone, Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica del Paese ad accogliere un uomo che ha viaggiato per 600 chilometri, percorrendo a piedi la distanza che separa Genova, la sua città natale, da Roma, con l’intento di farsi ascoltare dalle Istituzioni. Lui chiede soltanto una cosa: riaprire le palestre, le piscine e gli impianti sportivi in totale sicurezza.
«L’impresa di Ercole, uno sportivo che ha fatto 600 chilometri per portare qui a Montecitorio il suo appello, che è anche quello di tante associazioni sportive, merita grande rispetto. Infatti, lo abbiamo accolto, tra gli applausi e i tricolori, con una delegazione di parlamentari di Camera e Senato di Fratelli d’Italia. Io, come capogruppo della Commissione sport, gli ho ricordato il nostro impegno quotidiano. Come fatto anche in occasione dell’intervento del mille proroghe, ho inviato al Governo un appello, affinché le strutture sportive possano riaprire. Perché sono luoghi di sicurezza, di tracciamento, dove l’igiene e la prevenzione vengono assolutamente osservati. Non si capisce il motivo per cui debbano restare chiusi. Così si mette in ginocchio un’intera filiera. Quella di Ercole è una grande impresa, di valore sportivo e culturale, visto che ha attraversato la via francigena nella sua intera bellezza e nonostante le difficoltà denunciate e mostrate sulle sue pagine social».
Il Primo Ministro Draghi non ha nominato un ministro dello Sport, un sostituto di Vincenzo Spadafora. In questo momento (22 febbraio 2021, n.d.r.), senza una figura di riferimento, come si può programmare il futuro dello sport, un comparto che merita rispetto anche per il fatto che produce il 3% del PIL? Chi detta le linee di indirizzo, fondamentali soprattutto in un momento storico così delicato?
«In questo governo Draghi “Cencelli”, nella migliore intenzione partitocratica, ci sarà una pletora di sottosegretari e viceministri, ma mancherà un Ministro dello Sport, tra l’altro in un momento in cui una pessima riforma dello sport è in approvazione. Abbiamo chiesto che un titolare del Dicastero venga nominato al più presto e nel frattempo, rivolgendoci proprio al primo Ministro Mario Draghi, abbiamo invitato il Premier a sollevare dal suo incarico il Commissario Arcuri per manifesta incapacità e per gli sprechi che ricadono sulle spalle degli italiani. Ora ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio che, finché non indicherà un Ministro o una figura di riferimento, è il responsabile della delega. Invochiamo a gran voce la riapertura delle strutture sportive».
A non rendere vano il viaggio di Ercole Battistone ci hanno pensato i parlamentari di Fratelli d’Italia. A loro, mostrando con fierezza ed orgoglio la bandiera italiana con le firme di tutte le persone che hanno sostenuto e supportato la sua iniziativa, il quarantaduenne genovese ha voluto dire: «grazie per avermi ascoltato ed accolto, ma soprattutto grazie per aver dato dignità a questo viaggio che, altrimenti, sarebbe stato silenzioso ed inutile».
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