Il 26 giugno scorso si sono svolte le celebrazioni della Giornata mondiale contro la droga. Moltissime le iniziative in tutto il Paese (nelle more delle regole contro la diffusione del Covid) che hanno riportato l’attenzione su uno dei grandi problemi del nostro tempo: il dilagare dell’uso delle sostanze stupefacenti in molte fasce della popolazione.
Un problema che, al netto di buonismi e benaltrismi, è reale e molto sentito nel Paese. A dimostrarlo è anche la Relazione annuale al Parlamento dal Dipartimento Politiche antidroga, consegnata ad inizio luglio. È importante sottolineare fin da subito che nel 2020 nemmeno la pandemia e il lockdown hanno fatto diminuire il traffico di droga in Italia, facendo confermare il nostro Paese sia come un nodo di smercio verso il resto d’Europa, che un fiorente mercato finale di utilizzatori.
Partiamo dal valore economico di questo mercato illegale. La stima della relazione presentata in Parlamento parla di un giro d’affari da ben 16,2 miliardi di euro l’anno, che ha fatto registrare anche un aumento nei sequestri di sostanze rispetto al 2019 rilevabile intorno a +7,4%. In aumento però non è solo il numero dei sequestri, ma anche le quantità di sostanze finite nelle maglie delle forze dell’ordine, in questo caso infatti si parla di un +62%.
Sia la produzione, che il traffico di droga, si sono facilmente adattati alla crisi dettata dall’emergenza sanitaria, puntando, secondo la relazione, ad un mercato degli stupefacenti più digitale. Così come gli italiani si sono riscoperti un popolo di “video-chiamatori” anche il mercato della droga ha puntato sul web per proseguire i suoi affari a riparo dalla crisi, abbassando anche l’età degli utilizzatori finali.
A farla ancora una volta da padrona tra le sostanze stupefacenti c’è la cannabis e i suoi derivati, che raggiungono il 39% del mercato nel 2020. La cocaina si è aggiudicata una fetta consistente con il 32% degli scambi, con un incremento medio negli ultimi anni di 2,5 punti percentuali. Un mercato, quello della polvere bianca, in continua crescita, basti pensare che nel 2020 sono state 13,4 le tonnellate di cocaina sequestrata, a fronte di 19,8 tonnellate di marijuana e 9,7 di hashish.
Il dramma generato dalla droga coinvolge sempre più spesso i giovani e i giovanissimi. Si abbassa sempre di più l’età in cui i nostri ragazzi si approcciano per la prima volta o iniziano a fare uso abituale di sostanze stupefacenti. Infatti, secondo i dati della rilevazione Espad Italia realizzata dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, quasi uno studente di 15-19 anni su cinque ha assunto sostanze psicoattive illegali nel corso dell’anno. “La cannabis – si legge nella relazione presentata alla Camera - è stata la sostanza più utilizzata nel 2020: circa un quinto degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta. Nella maggior parte dei casi (91%), questa è stata l’unica sostanza consumata”.
Naturalmente una stretta a questi traffici e all’utilizzo di queste sostanze da parte dei giovani non è più procrastinabile. Il messaggio che deve arrivare ai ragazzi non deve più essere intriso della falsa retorica secondo la quale esistono droghe migliori di altre. Non c’è alcuna distinzione tra droghe buone o cattive, gli effetti sull’organismo e sulla società sono terribili in ogni caso, lasciandosi alle spalle dei costi sociali terribili con cui avere a che fare.
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