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Meloni e Abascal disegnano la nuova Europa dei conservatori.

I due leader conservatori hanno tenuto un dibattito su questi temi, ieri sera a Barcellona, in un evento trasmesso in streaming che ha avuto un grande successo, non solo in termini di seguito e consenso....

Il pensiero di Giorgia Meloni, leader di FDI e Presidente dell’ECR party sulla UE è chiaro. L’Europa non può che essere quella dei Popoli e delle Nazioni sovrane. Una rivendicazione europeista, forse più di tutte, perché tiene conto delle radici comuni ma anche delle diversità che dall’Atlantico al Mar Nero, da Lampedusa a Capo Nord che caratterizzano il Vecchio Continente. Si tratta di un’Europa dei conservatori, patrioti e sovranisti pronta ad assumersi le responsabilità che le competono nello scacchiere internazionale per ridare dignità ad una storia e ad una cultura che sembra sempre più appiattirsi sul politically correct, sui “valori” della globalizzazione, troppo atlantica o troppo cinese, tra una censura e l’altra del Grande Fratello mondiale. Garantire la nostra libertà, difendere i confini, conservare l’ identità millenaria del Continente, questo il programma che Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia e dei Conservatori e Riformisti Europei intende portare avanti. E non è la sola. Sono in molti, ogni giorno di più, coloro i quali si riconoscono nel percorso tracciato dalla leader italiana, a partire da Santiago Abascal, Presidente di Vox, partito di spicco della destra spagnola. L’obiettivo è comune: creare un’alleanza sempre più solida tra i partiti della destra conservatrice a livello europeo e internazionale, per combattere insieme quello che appare sempre più come un declino dell’Occidente il quale, in piena crisi, sta cedendo ai colpi sferrati dall’immigrazione illegale, dalla globalizzazione, dalla grande finanza speculativa, dai Governi senza una visione per il futuro. Sembra di vivere in 1984 di George Orwell ma, purtroppo, questo non è un libro, è la realtà quotidiana.

Il futuro del patriottismo in Europa e negli Stati Uniti

I due leader conservatori hanno tenuto un dibattito su questi temi, ieri sera a Barcellona, in un evento trasmesso in streaming che ha avuto un grande successo, non solo in termini di seguito e consenso, ma anche per la capacità di raccontare una visione, di porre le basi di una nuova stagione politica, nella quale i conservatori avranno un ruolo quanto mai fondamentale. Parafrasando J.R.R. Tolkien, autore caro a Giorgia Meloni ed alla destra italiana, non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo ma certamente abbiamo il dovere di sradicare il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare. Al centro del confronto tra i due leader c’è stato, dunque, il “Futuro del patriottismo in Europa e negli Stati Uniti”. Hanno preso parte all’iniziativa anche altri esponenti del pensiero conservatore internazionale: Ted Bromund, della Heritage Foundation; Grover Norquist, membro del Partito Repubblicano americano e presidente di Americans for Tax Reform (un gruppo di advocacy il cui obiettivo dichiarato è "un sistema in cui le tasse siano più semplici, più piatte, più visibili e inferiori di quanto non siano oggi)"; José Antonio Kast, presidente del Partito repubblicano del Cile; Mattias Karlsson, esponente dei Democratici svedesi. Questa partecipazione trasversale dimostra l’interesse per il progetto di un’alleanza strutturata.

Combattere la censura delle Big Tech contro i conservatori

La leader di ECR, accompagnata all’appuntamento spagnolo dall’eurodeputato Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento Europeo, ha posto l’attenzione sulla necessità di combattere energicamente il sistema di censura che le Big Tech stanno perpetrando in tutto il mondo. Ci si chiede, infatti, ormai da settimane con quale legittimità si oscurino i messaggi di certi leader politici o, addirittura, se ne sospendano i profili con l’accusa di diffondere fake news e di istigare alla violenza.  “Certi”, sì. Perché bisogna sottolineare come ci sia una lampante doppia morale. Il Presidente Trump, democraticamente eletto da quella che per oltre 70 anni abbiamo sentito definire “la più grande democrazia del mondo”, è stato immediatamente bannato da Facebook e Twitter per i fatti di Washington. Giudicato colpevole senza processo. Personaggi del calibro di Maduro, Erdogan e Xi Jinping, per citarne alcuni, sono invece liberi di scrivere ciò che vogliono, nonostante siano evidenti le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali perpetrate nei rispettivi Paesi.

È bene chiarire che quella della Meloni è stata una condanna incondizionata all’assalto al Campidoglio di Washington DC. Tuttavia, non si può abbassare la guardia rispetto alla gravità di quanto sta accadendo: se una società privata può arrivare a censurare il Presidente degli Stati Uniti d’America, arrogandosi il diritto di giudicare cosa sia giusto e cosa sbagliato, quale sia la verità incontrovertibile, chi abbia diritto di poter esprimere la propria opinione e chi no, allora la nostra libertà è davvero in pericolo. Meglio zittire l’avversario, quando non si è in grado di batterlo. Questa sembra ormai la ricetta miracolosa di una certa parte politica.  “Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi”, recita il Vangelo di San Giovanni. È Facebook, dunque, un nuovo messia?

Per Abascal, la censura nei confronti di Trump è la censura dei 75 milioni di Americani che lo hanno votato. È un attacco diretto alla libertà di espressione che, dopo i fatti del Campidoglio, ha dato il via ad una vera e propria caccia alle streghe: chiunque si opponga all’agenda globalista corre il rischio di subire la stessa sorte di Trump che, negli ultimi mesi, è stato descritto dai giornalisti di mezzo mondo come un sobillatore di folle, uno senza tutte le rotelle a posto, un bugiardo. Trump, insomma, novello vaso di Pandora, contenitore di tutti i mali del mondo.  E con lui il suo elettorato.

Per Giorgia Meloni, è evidente che la tutela dell’identità, della tradizione e della cultura europea rappresenti un obiettivo fondamentale che ha ancora innumerevoli sostenitori e lo dimostra la crescita costante ed il successo dei movimenti patriottici al di qua ed al di là dell’Atlantico.  “Stiamo ragionando”, ha detto la Meloni, “anche di un’iniziativa comune per combattere la deriva liberticida e la censura delle opinioni da parte di società private quotate in borsa, che finanziano alcuni partiti”.

Lotta all'immigrazione clandestina e tutela della famiglia

Il dibattito ha toccato altri temi fondamentali per la proposta politica comune dei conservatori, come la lotta all’immigrazione clandestina e la promozione della famiglia.Sia per la Meloni che per Abascal, l’immigrazione clandestina rappresenta uno dei principali problemi per l’Occidente. Controllare, dunque, i confini esterni dell’Europa e garantirne la sicurezza deve essere uno dei primi obiettivi dell’alleanza tra i conservatori.La leader di ECR sostiene che dietro l’arrivo sempre più massiccio di immigrati clandestini ci siano forti interessi e profitti e che, per questo, la sinistra difenda le politiche migratorie dell’UE, attraverso le quali si cerca di privare i Popoli europei della loro identità, delle loro radici. Sottolinea, infatti, che l’intento appare chiaro se si considera, da un lato, il costante rifiuto di riconoscere le radici cristiane dell’Europa e, dall’altro, la permissività verso talune comunità musulmane che nelle nostre città applicano la Sharia.

Anche Abascal rimarca l’importanza di rivedere le strategie e le politiche in materia di immigrazione. Per il Presidente di Vox, i confini hanno il compito di custodire l’identità e la cultura europee, di difendere la nostra libertà e di continuare a garantire la stabilità e la prosperità che l’Europa si è duramente guadagnata. Le nazioni si difendono con i confini”, ha detto Giorgia Meloni. Per questo motivo è fondamentale che gli Stati riacquisiscano la sovranità nazionale, per poter regolare secondo criteri propri i flussi migratori ed impedire al pensiero globalista di corrompere la società nella quale viviamo. L’Europa dei Popoli e delle Nazioni sovrane, dunque, è possibile. Non è un’utopia, non è più un miraggio. Un’Europa confederale dove gli Stati membri cooperino su temi di interesse comuni, pronta a valorizzare le diversità e non a soffocarle. Un’Europa che ispiri le proprie politiche al sostegno alla natalità e sulla centralità della famiglia naturale. L’Europa fiera della propria identità, della propria cultura millenaria, delle proprie radici cristiane.

Ecco il video dell'evento