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Per le associazioni sportive la ripresa passa dalla pubblicità?

Le difficoltà di questi ultimi mesi si sono abbattute con particolare intensità sulle realtà sportive di tutti i livelli, ma non è difficile immaginare quanto queste siano pesate sulle spalle delle piccole associazioni sportive locali. Nel nostro Paese il tessuto delle attività sportive a questo livello (perlomeno fino all’inizio dell’emergenza sanitaria) è sempre stato particolarmente fiorente. Lo sport di base e le attività sportive per tutte le età sono da sempre assicurate da queste realtà, prima ancora che dai grandi impianti. Purtroppo sono proprio le dimensioni, oltre alle mancate e difficili tutele, ad aver pesato molto sulle finanze e sulla ripresa dopo il lungo periodo di chiusura dovuto alla pandemia.

Tra le difficoltà maggiori che sono state riscontrate, ad esempio attraverso il Programma Emergenza Covid di Opes, ci sono sicuramente i costi dell’affitto e della manutenzione delle strutture. In alcuni casi questa voce di spesa grava sul budget dei gestori per percentuali che superano di molto il 50%. Ci sono poi le criticità legate al personale che, solamente in parte, ha potuto ottenere la cassa integrazione. I mesi appena passati sono stati veramente duri per le famiglie dei lavoratori del settore sportivo. Queste attività, chiuse per tanto tempo, sono state lasciate nell’incertezza di una ripresa che, pian piano, si avviava per tutti i settori tranne che per loro.

Mentre ora che la riapertura è possibile, con tutte le regole e le attenzioni legate al contrasto all’epidemia (che hanno comportato ulteriori costi non indifferenti), la lentezza del ritorno alla normalità si sta facendo sentire. È però una iniziativa contenuta nel Decreto Legge Sostegni-bis varato dal Governo a far ben sperare per questo settore.

Si tratta di una misura semplice che mette in relazione diversi mondi tutti flagellati dalle chiusure dovute al covid: quello dello sport, il mondo della pubblicità e quello delle imprese locali. Naturalmente il settore pubblicitario, con lo stop delle attività commerciali e produttive, ha subito un rallentamento pauroso. In Italia per diversi mesi anche la fiorente industria delle affissioni pubblicitarie si è fermata, lasciando cartelloni scoperti o con immagini pubblicitarie risalenti a diversi mesi prima. C’è poi tutto il tessuto produttivo locale, quelle piccole e medie imprese su cui si fonda l’ossatura del nostro Paese. Su di loro la crisi ha colpito forte, ma ora si stanno pian piano riprendendo e sono nuovamente pronte ad investire.

È su questo che conta la misura contenuta del Decreto Legge Sostegni-bis. Si tratta della riproposizione, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021, del credito d’imposta (pari al 50% su un minimo di 10mila euro) per gli investimenti in campagne pubblicitarie, incluse le sponsorizzazioni, effettuati da imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali in favore di leghe e società sportive professionistiche e di società e associazioni sportive dilettantistiche che offrano attività legate al settore giovanile. In questo modo si punta ad incentivare gli investimenti pubblicitari, che si tramutano in sponsor, nei confronti delle realtà sportive locali, creando così un circolo virtuoso tra visibilità e sponsorizzazione.

Puntando sul locale e sullo sport locale, le imprese avranno una visibilità mirata, potendo godere della riconoscibilità attraverso delle realtà sportive ben conosciute e radicate sul territorio. Allo stesso tempo si crea la possibilità per i gestori degli impianti di tornare ad investire sulle strutture e sul personale, creando un’offerta sportiva sempre nuova e articolata.

È quindi attraverso iniziative come queste che sarà possibile la ripresa delle attività sportive? Sicuramente assieme a dei percorsi di sostegno mirati, il credito d’imposta può aiutare a migliorare la situazione, che in alcune aree del nostro Paese è tutt’ora preoccupante.