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Prendersi cura dell’altro. La solidarietà e la giustizia sociale per la rinascita post-pandemia. Conversazione con Don Mimmo Leonetti Caritas Arcidiocesi Sorrento Castellammare di Stabia

Uno sguardo sugli ultimi, su tutti coloro che erano già in condizioni di difficoltà prima del Covi-19 e che la pandemia ha trascinato inesorabilmente in situazioni di drammaticità. Un divario sociale che non vede più i fari puntati solo al sud ma che si sta estendendo anche nelle regioni del nord industrializzato. Ne parliamo con Don Mimmo Leonetti.

La pandemia ha ferito profondamente l’umanità. Nel nostro Paese i dati dell’ISTAT sono tutt’altro che confortanti sull’incidenza della povertà assoluta che cresce in modo vertiginoso non solo al sud ma anche al nord. In questo periodo così difficile nel vostro territorio in che modo avete sostenuto le frange più deboli?

La Caritas Diocesana ha lo sguardo rivolto a tutto il territorio Diocesano e talvolta anche oltre e le persone che fanno riferimento spesso alla Caritas sono di tutto questo territorio molto ampio e anche molto diversificato.

La situazione in tema di “povertà” era grave prima della pandemia ed è diventata drammatica durante i mesi più tragici ricchi di dolori, di sofferenze e paure e ora che la sofferenza si è attutita cresce sempre più la paura di un futuro che non si riesce a definire, non si riescono a vedere barlumi di luce. Le persone più deboli continuano a sperare solo nei sostegni dello Stato e delle organizzazioni caritative.

La Caritas Diocesana ha sostenuto e sostiene le persone, le famiglie più provate, più deboli, più emarginate e gli scartati attraverso: l’incontro, il dialogo, l’aiuto psicologico, il sostegno economico per fitti e utenze, l’accoglienza per la mensa a pranzo e a cena, l’accoglienza nel dormitorio, l’uso delle docce e della lavanderia, l’aiuto a cercare lavoro attraverso un Caf e la consulenza legale che operano in Caritas. Impegnativo è spesso il sostegno sanitario, alimentare, attraverso l’Esperienza dell’Emporio Caritas e un grande aiuto per l’alimentazione dei Neonati e dei bambini, soprattutto per chi ha bisogno di latte speciale per problemi di salute.

Infine grande sostegno economico e psicologico, attraverso l’opera attenta di “Sora Aqua” alle donne che, oggi più che mai, subiscono violenza tra le mura domestiche.

Dagli slogan andrà tutto bene alle azioni concrete c’è di mezzo l’oceano. Quali sono le criticità che sono emerse e che richiedono un intervento urgente?

Le criticità più preoccupanti sono:

la mancanza di lavoro in forma diffusa sia in Penisola e ancor più nel territorio Stabiese; lì dove si inizia a lavorare è cresciuto uno spaventoso sfruttamento degli operai o dipendenti: molte ore di lavoro in nero con contratti part-time, stipendi da fame, distruzione di tutti i diritti acquisiti in 30 anni di impegno sindacale.

La mancanza di attenzione a chi è ancora più isolato e fuori delle strutture sociali previste: il Welfare per certe categorie di persone (che non sono poche: persone malate, sole, senza casa, con piccole pensioni, persone itineranti, stranieri non integrati, rom, donne sole, separati, persone uscite fuori ormai dal mercato del lavoro, gli ex detenuti…) è quasi inesistente… tanti sono gli invisibili in questa società molto controllata e poco aiutata. Una società matura, libera e giusta è una società che esprime un buon Welfare nei confronti di chi si pensa poco produttivo.

La decadenza culturale ed etica: si spende poco e male per la cultura popolare, per la scuola, per l’educazione, per le attività sociali mirate, per la famiglia, per riscoprire e riproporre valori di crescita comunitaria e sociale.

La grave crisi dei quartieri popolari e di tutte le periferie sempre più violente e ormai spazi di crescita delle varie camorre o luoghi fecondi di strumentalizzazioni politiche e bacini di voti comodi per certi poteri.

Il grande degrado delle città più grandi, l’abbandono delle tantissime frazioni in tutta la nostra Diocesi: abbandono strutturale, sociale, scolastico, sanitario.

La situazione abitativa è grave: non è stata fatta, da molti anni, una politica di edilizia popolare. Le case costano moltissimo, i fitti sono esorbitanti e molti giovani non possono pensare al proprio futuro senza alloggio o senza poter pagare il canone di fitto.

La grave crisi delle piccole aziende e degli artigiani. Non riescono più a sopportare una tassazione alta.

Il prossimo 14 novembre avrà luogo la V Giornata Mondiale della Povertà. Il monito del Papa è molto chiaro: Se i poveri sono messi ai margini, come se fossero colpevoli della loro condizione, allora il concetto stesso di democrazia è messo in crisi e ogni politica sociale diventa fallimentare. Difficile non concordare con questa affermazione. Secondo lei quali dovrebbero essere le buone politiche che l’Europa e il nostro Paese dovrebbero mettere in campo per ripartire dagli ultimi e provare a costruire un mondo più equo così che quel mantra saremo migliori non sia solo una aspirazione ma diventi un atto concreto?

Penso che il progetto previsto dalla Comunità Europea e quindi dalla politica Italiana con il Next Generation EU sia una prospettiva utile per la crescita culturale, della giustizia, del lavoro, della sanità. Infatti prevede:

il sostegno alle piccole e medie imprese,

progettazione di strutture scolastiche e sanitarie,

un fondo di aiuto agli indigenti,

un aumento dell’occupazione e un impegno per l’innovazione

un impegno a garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa,

dei progetti per combattere l’emarginazione e la povertà e migliorare le condizioni di lavoro,

la facilitazione per l’accesso ai Micro – crediti

le grandi opere strutturali per una società che deve affrontare le nuove sfide economiche

investimenti sui mezzi della comunicazione digitale.

Tutto questo è stato approvato o è in cammino parlamentare. I soldi ci sono e possono essere investiti. Ora toccherà alla macchina dello Stato, delle regioni, dei vari Enti, creare concreti progetti esecutivi, mettere in moto tutte le strutture perché possa presto tutto ripartire e si tengano lontano da questa massa di soldi tutti i “canali malavitosi” o di spreco.

In tutto questo nuovo mondo si spera che gli scartati anonimi ed emarginati possano trovare una buona collocazione per essere inseriti e sostenuti dalla vita collettiva e per ristabilire una autentica giustizia sociale e come dice papa Francesco: questo è il solo modo per vivere una vera democrazia e il solo modo per non continuare a costruire una società fallimentare.