Un’apposita funzione prevista da un sofisticato software di riconoscimento facciale messo a punto dal colosso tecnologico cinese Huawei, consentirebbe di riconoscere i tratti del volto di un membro dell’etnia uigura....
Nell'ultimo decennio, il Partito comunista cinese ha trattato il popolo uiguro con crescente sospetto e ostilità. Questo ha portato a un'erosione senza precedenti dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Oggi, il popolo uiguro è tra i più violentemente repressi al mondo.Sono circa 2 milioni gli uiguri attualmente detenuti illegalmente nei campi di internamento in tutta la provincia dello Xinjiang. La Cina ha storicamente negato l’esistenza dei campi, sebbene le immagini satellitari confermino la loro esistenza. Leggi repressive del regime comunista cinese non permettono agli uiguri di sposarsi in cerimonie religiose o pregare nei loro luoghi di culto; gli è vietato persino parlare la loro lingua, mangiare il loro cibo, viaggiare al di fuori della loro regione o riunirsi in gruppi di più di tre persone.
L'Unione Europea su questo tema si è mossa con grande lentezza, soprattutto quando si è trattato di introdurre nuove sanzioni contro il regime cinese. Nel frattempo, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Australia hanno tutti introdotto sanzioni in relazione ai crimini contro gli uiguri. Di recente, l’ECR ha tenuto un panel online in cui si è discusso su cosa dovrebbe fare l'Unione Europea e in particolar modo su come può l'UE sostenere meglio i diritti umani in Cina e cosa si può fare per colpire il regime comunista responsabile di queste violazioni dei diritti umani. ECR ha da tempo avviato una serie di azioni per chiedere alla Commissione Europea una presa di posizione forte contro il Partito comunista cinese, proponendo sanzioni mirate contro il regime di Pechino, in particolare contro i responsabili delle violazioni nello Xinjiang. L'eurodeputata Anna Fotyga, vicepresidente del partito ECR, a settembre, nell’ambito della campagna dei conservatori europei #SpeakUpForUyghurs, ha inviato una lettera aperta a tutti gli eurodeputati e i deputati chiedendo loro di firmare per chiedere nuove sanzioni contro il regime comunista in Cina.
Intanto, pochi giorni fa, il The Whashington Post, coadiuvato dalla società specializzata Ipvm, ha recuperato un documento riservato che era stato inserito – probabilmente per un errore – sul sito web di Huawei per poi essere subito rimosso, dove si parlava della collaborazione con il gruppo Megvii nel 2018 per testare un sistema di riconoscimento facciale in grado di riconoscere l’etnia di ogni persona. Si chiamerebbe letteralmente “Allarme Uiguro!” la specifica funzione prevista da questo sofisticato software di riconoscimento facciale messo a punto dal colosso tecnologico cinese. Il sistema manda un segnale di allarme alle autorità quando riconosce i tratti del volto di un membro dell’etnia uigura, a maggioranza musulmana e originaria della regione autonoma cinese dello Xinjiang oggetto, da decenni, di una feroce repressione da parte del regime di Pechino. Secondo il documento scovato dal giornale Usa, Huawei ha contribuito allo sviluppo di questo sistema di "allarme uiguro", mettendo a disposizione sia i propri server che l’apparecchiatura necessaria al lavoro sporco come le macchine fotografiche, le infrastrutture di cloud computing e molte altre tecnologie. "Questo non è un caso isolato. È sistematico", ha commentato John Honovich, fondatore di Ipvm. Intanto, entrambi i gruppi hanno confermato l'esistenza del nuovo sistema: Huawei ha aggiunto che il prodotto è solo in una fase di test, negando di avere fornito algoritmi o applicazioni, mentre Megvii ha dichiarato che i propri sistemi non sono progettati per prendere di mira una minoranza etnica particolare.
Pechino è da tempo sotto osservazione per lo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale. Il rischio è quello di un forte aumento del controllo sociale, soprattutto ai danni delle etnie minoritarie, proprio come gli uiguri. Questa tipologia di riconoscimento facciale "specializzata" nell'identificazione delle singole etnie dovrebbe risalire almeno al 2018, quando uno studio compiuto dai ricercatori di intelligenza artificiale cinese citava proprio un algoritmo con il quale era possibile distinguere i tratti facciali di uiguri, tibetani e coreani.
Nel frattempo in Europa monta il boicottaggio contro la Cina. Infatti, Antoine Griezmann non vuole più essere il volto di Huawei in Europa. L’attaccante francese del Barcellona ha deciso che non presterà più la sua immagine per le campagne pubblicitarie della multinazionale di telecomunicazioni cinese. Anche Papa Francesco, qualche settimana fa, ha definito i musulmani uiguri cinesi un popolo "perseguitato", una presa di posizione che gli attivisti per i diritti umani lo esortano a fare da anni. Lo fa nell'ampio libro scritto da lui - in collaborazione con il giornalista Auste Ivereigh - "Ritorniamo a sognare", in uscita in Italia dal 1° dicembre (Piemme). Lo ha riferito Uca News, agenzia cattolica.
Vedremo, nelle prossime settimane e mesi, se le prese di posizione di personalità della società civile, autorità religiose, ong e gruppi politici sensibili alla battaglia per la libertà del popolo uiguro, riusciranno a far leva sulla Commissione UE affinchè prenda una posizione forte contro il regime comunista e i suoi crimini.
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