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Sport sociale, ambiente e disabilità.

Il mondo della disabilità, oggi, ha vissuto profonde variazioni grazie allo sviluppo di un'area di ricerca che trae origine dall'attivismo tenace e perseverante di persone con disabilità.

Tale area tematica di studio si divulga al principio nei paesi di cultura anglosassone per poi espandersi in Europa Settentrionale e, a partire dagli anni settanta anche nel nostro paese, se vogliamo, legato ad alcune tradizioni oggi divenute memorie.

Negli anni a venire, le azioni di normalizzazione della disabilità, hanno preso corpo grazie a molteplici fasi di rinnovamento sia dei servizi che degli interventi a favore delle persone con disabilità, interventi questi che, comunque sia, hanno migliorato la vita di tutti.

Il lento processo d'inserimento dei portatori di handicap nella società, oggetto delle politiche sociali degli ultimi venti anni, è andato via via affinandosi per poi trasformarsi in un processo d'integrazione totale, d’inclusione.

Tale processo si presenta come un linea del tramonto del vecchio sistema e l’alba di una di ricerca che, intrinsecamente al suo interno, se vogliamo molto diversificato, appartiene ad una teoria raggruppante che condivide in una rete comune l’approccio interpretativo al linguaggio normativo e sociale del deficit, il confronto critico con il modello medico che vede la disabilità come elemento individuale basato sul legame accidentale tra menomazione e l'essere disabile, l'esame delle pratiche sociali ed istituzionali che causano l'esclusione e il raggiungimento dell'emancipazione e dell'autodeterminazione nella prospettiva dei diritti.

Ma questo è solo l’inizio perché vi è una distinzione fra il termine inclusione sociale integrazione sociale.

È bene focalizzare e concentrare le nostre idee e progetti in relazione ai significati intrinsechi delle aree nelle quali vogliamo operare.

L'inclusione sociale è, di fatto, la condizione per la quale, in riferimento a una serie di aspetti che permettono agli individui di vivere secondo i propri valori, le proprie scelte, è sempre possibile perfezionare le proprie condizioni e rendere plausibili le differenze tra le persone e i gruppi accoglienti.

L'integrazione sociale, invece, è qualcosa di molto più profondo e complesso, come ad esempio l'inserimento delle diverse identità in un unico contesto all'interno del quale non sia presente alcuna discriminazione.

L'integrazione è intesa come il processo tramite il quale il sistema acquisisce e, soprattutto, conserva una singolarità organica e adeguata, conservando un equilibrio attraverso processi di cooperazione sociale e di coordinamento tra i ruoli e le istituzioni.

Quello che stiamo tentando di realizzare ancora non è visto come un concetto universale perché di sovente, la sua descrizione è legata al tipo di analisi che si sta compiendo.

Ricordiamoci che non esiste ancora, a livello internazionale, un'univoca descrizione del termine “disabilità”, anche se il concetto di essa è stato dibattuto in occasione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, redigendo un documento finale approvato dall'Assemblea generale il 25 agosto 2006.

Noi abbiamo una visione, dal nostro punto di vista ognuno di noi è normale, ognuno  di noi è disabile, diciamo che siamo una prassi che vive e respira, che pensa e che realizza, per ora esigiamo normalità, però ci dimentichiamo che siamo tutti in vantaggio sociale, fin quando  abbiamo la padronanza della nostra vita e della nostra libertà non importa chi ha due gambe, chi una o chi tre, non importa chi ha due braccia e chi una, importa invece che si faccia fronte unico contro le barriere, da soli siamo veloci, insieme andiamo più lontano …