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DARE SPINTA ALL’ECONOMIA INCENTIVANDO IL TURISMO DI PROSSIMITÁ

Il nostro paese è una miniera ricca di bellezze: una miriade di incantevoli borghi popolano lo stivale in lungo e in largo e attraggono in Italia ogni anno gli occhi meravigliati di turisti, stranieri e non, alla ricerca di nuove scoperte. Si tratta di un patrimonio inestimabile, alla cui presenza chi è solito girovagare l’Italia è avvezzo ad imbattersi. Piazzette, fontane, viottoli, scorci architettonici e tesori naturali. Quante sono le risorse per il turismo del nostro Paese che troppo spesso non vengono valorizzate a dovere.

Sono moltissimi i piccoli comuni italiani che ben si presterebbero ad attirare visitatori in tutte le stagioni, ma molti di questi sono abbandonati e dimenticati. La scarsa manutenzione del patrimonio immobiliare e la fuga degli abitanti di queste piccole realtà verso le grandi città stanno determinato lo spopolamento di questi borghi che rischiano di diventare dei paesi fantasma.

Soprattutto in questo momento storico però, nel quale le restrizioni agli spostamenti hanno determinato un aumento esponenziale del turismo di prossimità, devono essere attuate strategie in grado di restituire vita a queste realtà, gioielli nazionali da trasformare in nuove mete turistiche. Si deve puntare in questo modo a dare nuovo slancio ad un’economia fortemente penalizzata a causa della pandemia, quella del turismo, che oltre alle strutture alberghiere include a cascata anche ristoranti, bar, negozi, servizi, un intero indotto incredibilmente compromesso a causa degli avvenimenti degli ultimi due anni. Per farlo è fondamentale riprogrammare i flussi turistici nel nostro Paese, far rivivere il territorio attraverso la nascita di servizi e uno dei modi per farlo è favorire il recupero dei borghi attraverso un intervento completo che li doti dei servizi necessari.

Questo è quanto mai evidente in questi giorni in cui l’argomento bollente all’ordine del giorno sul tavolo del Governo è invece quello dell’istituzione del Green Pass alla francese obbligatorio, una scelta che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha definito “economicida” e che porterebbe al fallimento della stagione turistica.

Al contrario la nostra Patria deve diventare volano dell’economia del Paese grazie al rilancio di uno dei suoi settori strategici. L’offerta turistica in Italia è varia. Accanto alle grandi città d’arte c’è un’Italia poco nota, che deve essere riconosciuta per le potenzialità che offre. L’emergenza turismo deve essere affrontata con un piano di Governo serio e puntuale.

Quella del rilancio delle aree interne delle nostre regioni e dei piccoli borghi è una delle proposte per il sostegno al turismo presentate a maggio scorso da Fratelli d’Italia al Ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Investire sui piccoli centri porterebbe alla nascita di un’offerta turistica aggiuntiva rispetto ai canali tradizionali e che contribuirebbe a valorizzare ancora di più il patrimonio culturale, naturalistico ed enogastronomico del paese portando una boccata d’ossigeno anche a tutte quelle realtà territoriali meno conosciute che operano in questi piccoli centri.

In un momento storico in cui la pandemia ci ha allontanato gli uni dagli altri, privandoci di tutte le nostre abitudini, è quanto mai importante riscoprire il valore della tradizione, della storia dell’Italia e promuovere la diffusione della nostra cultura. E quale modo migliore per farlo se non quello di promuovere questi valori attraverso la riscoperta dei piccoli borghi del nostro paese?