La mancanza di autonomia individuale e l’incapacità di poter compiere le proprie scelte sono sicuramente tra gli aspetti più gravi che i soggetti affetti da disabilità possono sperimentare nel corso della loro vita.
Una condizione quindi, che ne deriva come la risultante di numerose situazioni di svantaggio che intervengono e interagiscono tra di loro in maniera negativa.
In Italia, ma non solo, la condizioni di salute è uno dei fattori di rischio principali, ama altrettanto importanti sono i deficit nella disponibilità di beni e opportunità che caratterizzano la vita delle persone.
Secondo un’indagine dell’Istat nel nostro Paese le persone con disabilità sono circa 3 milioni e 100 mila, ovvero circa il 5,2% della popolazione.
Tenendo in considerazione la struttura anziana della popolazione con deficit fisico e/o mentale, un punto critico è rappresentato dal fatto che oltre un quarto delle persone vive solo. Quest’ultimi sono particolarmente vulnerabili rischiando di rimanere senza nessuna tipologia di supporto.
L’articolo 25 della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità stabilisce il diritto di godere del miglior stato di salute possibile, senza subire nessun tipo di discriminazioni. Questo in virtù del fatto che la salute viene considerata un mezzo e una risorsa che abilita le persone a condurre una vita soddisfacente sotto tutti i profili compreso quello della propria realizzazione sociale.
Dunque la Convenzione dell’ONU si lega al richiamo dell’eguaglianza nel grado di libertà sia nelle scelte che nel campo d’azione.
Però molto spesso la rete di aiuti informali non può essere considerata come sufficiente, come testimonia il fatto che quasi un quarto delle famiglie con a carico soggetti affetti d disabilità sono costrette a richiedere servizi a pagamento. Stando ai dati forniti dall’ISTAT, queste stesse famiglie, sostengono costi per l’acquisto di medicinali e per le cure mediche.
Secondo i dati rilasciati il 28,7% delle famiglie è in condizione di deprivazione materiale.
Cifre che a detta di esse tendono a pesare sui bilanci familiari, sul lungo periodo.
Il sistema di protezione sociale italiano interviene con trasferimenti economici, servizi e strutture per assistere le persone con disabilità e ridurre il rischio di emarginazione. Le Regioni, attraverso i loro servizi sanitari, offrono assistenza socio-sanitaria alle persone con disabilità, erogando servizi ambulatoriali e domiciliari.
Dunque sembrerebbe emergere particolare sensibilità nel favorire la piena inclusione sociale ai suddetti soggetti.
Tale lungimiranza è testimoniata dalla produzione normativa che solamente negli ultimi 30 anni ci pone all’avanguardia anche nei confronti di altri paesi.
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Fabio Fanelli • 22.07.2021.
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