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IL DIRITTO ALLO SPORT E IL DIRITTO AL LAVORO

Sono dati frustranti quelli contenuti all’interno del report di Sport e Salute di marzo 2021 sulla condizione degli impianti sportivi sul territorio nazionale, in seguito allo stop subito a causa delle restrizioni imposte dal Governo per far fronte all’ondata pandemica che ha colpito il Paese.

L’indagine è stata condotta su un campione di 8.470 organizzazioni sportive italiane nel periodo tra il 17 e il 22 marzo 2021. Dallo studio è emerso che dopo il lockdown dello scorso anno solo il 60% delle organizzazioni sportive aveva ripreso la sua attività. A settembre/ottobre la percentuale era salita all’86%, ma due mesi dopo le nuove restrizioni entrate in campo (a fine ottobre 2020) hanno fatto calare il numero ad appena il 30% degli impianti. Verso gennaio/febbraio si sono intravisti deboli segnali di ripresa con una percentuale che era risalita di 10 punti rispetto a ottobre, ma la riapertura ha interessato prevalentemente strutture all’interno delle quali venivano svolte attività agonistiche.

Quando il report è stato redatto non era stato ancora consentito il rientro nelle sale interne delle palestre e dunque erano ancora poche le strutture con uno spazio esterno in grado di far ripartire, seppur parzialmente, i propri corsi. Tra le organizzazioni ancora chiuse al momento dell’indagine, 1 su 10 dichiarava cessata la propria attività e rinunciava ad aprire.

Gli elevati costi di gestione degli impianti, il rispetto delle rigide norme imposte per il contenimento della pandemia e le restrizioni al numero di persone all’interno degli spazi ha sicuramente scoraggiato i gestori a correre il rischio di una riapertura precoce.

La crisi ha investito ovviamente anche tutti i lavoratori dello sport. Secondo l’indagine condotta da Sport e Salute, tra maggio 2020 e febbraio 2021 solo il 27% delle organizzazioni sportive si è avvalso di più di 10 collaboratori, mentre prima del Covid la percentuale era del 44%.

Dal punto di vista degli impianti invece nel 91% dei casi le strutture hanno dichiarato di aver subito un calo delle iscrizioni rispetto al 2019 (per 4 impianti su 10 di più del 50%) e 6 organizzazioni su 10 hanno subito una perdita dei ricavi superiore al 50% del fatturato.
 

Sono dati che sconvolgono quelli contenuti nel report. Palestre e impianti sportivi sono stati costretti a lunghi periodi di chiusura e della riapertura di queste attività non ci si è interessati per molto, troppo tempo. Scelte che sicuramente sono state obbligate ma che inevitabilmente hanno affossato ancora di più un settore in piena crisi, il tutto - si legge sempre nel report di Sport e Salute - a fronte di sostegni da parte dello Stato che non sono stati reputati sufficienti da più della metà delle strutture che ne avevano già beneficiato al momento dell’indagine: al momento della redazione del report circa l’83% degli intervistati aveva usufruito dei ristori ma di questi per il 55% gli aiuti sono stati reputati un paracadute insufficiente.