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Il Vaccino Italiano

IL VACCINO ITALIANO FA BEN SPERARE MEDICI ED ECONOMISTI

https://www.shutterstock.com

Un vaccino nazionalizzato ben gestito, per uscire dalla pandemia e riattivare l'economia italiana...

In tutto il mondo sono ormai un centinaio i vaccini attualmente in fase di sperimentazione o giá adottati per la somministrazione alla popolazione,  cosí come in Italia dove, al netto di ritardi conclamati o minacciati dalle case di produzione internazionali, la campagna di vaccinazione é comunque in pieno svolgimento. 


La soluzione regina adottata dal governo per rispondere ad una richiesta di vaccini che difficilmente sará esaudita dalle case farmaceutiche straniere, prevede una produzione interna non in licenza e, perció, completamente autonoma.


Prima di poter definire l'Italia "autosufficiente" per quel che concerne la produzione di un vaccino efficace, le tre imprese biotecnologiche attualmente impegnate, tutte con base nel Lazio (Reithera, Takis e Irbm), dovranno passare tutte le fasi di sperimentazione che abbiamo imparato bene a conoscere negli ultimi mesi e che sappiamo essere particolarmente severe e soprattutto dalla durata necessariamente lunga. 


L'azienda che al momento é giá in una fase avanzata di sperimentazione (la seconda delle 3 previste) é ReiThera, operante nel distretto economico di Castel Romano e pare garantisca un'immunitá dichiarata equiparabile se non superiore ai vaccini giá in uso ma con una sola dose rispetto alle 2 necessarie, ad esempio, per il vaccino Pfizer.


La collaborazione dell'istituto Spallanzani di Roma, da sempre in prima linea nella cura dei malati Covid, nello sviluppo del vaccino di ReiThera, permette un monitoraggio estremamente valido ed efficiente nelle fasi della sperimentazione.


L'eventualitá di un vaccino auto prodotto con caratteristiche simili a quelle dichiarate da ReiThera, permetterebbe all'Italia un risparmio economico fondamentale basato su potenzialitá di acquisto superiori e dirette che ridurrebbero al minimo il costo della monodose per lo stato che, con una partecipazione aziendale giá programmata, potrebbe gestire anche eventuali esportazioni fuori confine fortemente auspicabili.


I vaccino ReiThera userá un aiuto di stato, giá approvato dalla commisione europea, pari a 40 milioni di euro, da destinare alle attivitá di ricerca e sviluppo e che assumerá la forma di sovvenzione diretta. Per Bruxelles, l'approvazione rientra nel piano di misure emergenziali a sostegno dell'economia dei singoli stati nell'emergenza attuale. Il capitale stanziato coprirá meno del 60% dei costi totali di ricerca e sviluppo e i risultati saranno disponibili attraverso licenze non esclusive e a condizioni di mercato non discriminatorie per ogni altro stato europeo che ne facesse rischiesta. 


Giá a settembre ReiThera potrebbe fornire 100 milioni di dosi e dare una svolta importante all'andamento delle vaccinazioni su territorio italiano.


Gli altri 2 vaccini italiani attualmente alla prima fase della sperimentazione di Takis e Irbm, lasciano ben sperare e rappresenterebbero nuove possibilitá di risparmio economico e gestione finanziaria utile da parte dello stato italiano che diverebbe cosí, una delle nazioni piú attive al mondo nella prevenzione attiva contro il Covid Sars-19 e potrebbe innescare la ripresa economica di un ambito, quello farmacologico, divenuto essenziale e che trainerebbe con sé altri settori dell'economia italiana legati ad esso anche indirettamente.


Esiste, quindi, una concreta possibilitá che un vaccino tutto italiano possa aiutare la popolazione ad uscire dall'incubo pandemia attraverso il raggiungimento della tanto agoniata immunitá di gregge e attraverso una ripresa concreta di un'economia fortemente invalidata, ma servirá il tempo necessario e, intanto, non si potrá far altro che usare al meglio i vaccini giá in produzione, sperando in una gestione piú capace e in un controllo della spesa relativa piú minuzioso.