Un’altra “perla” dell’Europa: avremo il patentino vaccinale ma non i vaccini. A cosa servirà e chi lo avrà non si sa. Che presa per i fondelli. Mentre Draghi nella riunione Ue ha fatto presente che sul piano vaccinale bisogna darsi una mossa, nei fatti non è successo sostanzialmente nulla. Supermario Draghi – ironizza Nicola Porro nella sua rassegna stampa – ha detto quello che chiunque avrebbe chiesto: signori cosa sta succedendo? Ci vuole una nuova strategia. Rasi ex numero uno dell’Ema in un’intervista su Italia oggi afferma che di questo passo non si raggiungerà mai l’immunità di gregge. Il suo consiglio è che l’Italia diventi partner dei produttori dei vaccini. Ma per far questo i tempi sono lunghi e non immediati. Perché non ci si è pensato prima?
Passaporto vaccinale: ci vogliono tre mesi
Perché i geni del governo, il ministro Speranza in primis, e la Van der Leyen non ci hanno pensato? Draghi avrebbe dovuto rivolgere ben altri quesiti. Invece l’unico fattore di novità emerso è stato il Sì all’accordo sul passaporto vaccinale. Già, cos’è ? Oggi tutti i grandi quotidiani, oltre incensare Draghi, non spiegano molto, solo che dovrebbe arrivare nei prossimi tre mesi . Non è che sia un’ideona, la Grecia che è la Grecia già sta facendo da sé, vaccinando tutte le isolette per prepararsi alla stagione estiva. Ciò detto, si chiede Porro, chi avrà il passaporto vaccinale? Chi ha già avuto già il covid ce l’avrà? Chi ha avuto la prima dose di vaccino ce l’avrà? Chi la seconda pure? L’ironia, spiega Porro, è che rischiamo che una schiera di ultra ottantenni abbiano il passaporto vaccinale e ‘se lo sbattano in faccia’, non essendo loro i primi per motivi anagrafici ad avere urgenza di spostarsi e fare viaggi. Presumibilmente.
Chi avrà il passaporto vaccinale?
Al contrario, rischiamo che schiere di giovani- pensiamo a quelli della generazione Erasmus- se ne rimangano a casa, visto che i giovani saranno vaccinati per ultimi. Solo i ragazzi inglesi saranno invece in grado di scorazzare in giro per il mondo per motivi di studio e quant’altro. Tutto però per merito di Conte e Speranza per quanto ci riguarda, ma anche per colpa di un’Europa lenta, dapprima ostile all’idea. Al vertice Ue iniziato ieri è sembrato che anche i più “ostili” all’idea di un passaporto vaccinale abbiano iniziato ad ammorbidirsi. “Tutti hanno concordato sul fatto che serva un documento digitale comune che certifichi il vaccino”.
La Grecia è più avanti di tutti
Insomma, le idee non sono chiare anche se tutti sembrano d’accordo. Proprio su questo è intervenuto il greco Mitsotakis. La sua ultima proposta, infatti, potrebbe mettere tutti d’accordo: trasformare il passaporto vaccinale in un documento che certifichi l’immunità non solo di chi è vaccinato, ma anche di chi ha un tampone negativo o è immunizzato perché ha già avuto il Covid. Senza renderlo obbligatorio, ma che renda più facili gli spostamenti. Già la Grecia ha le idee più chiare. Macron è contario. Ma, al termine della prima giornata del summit europeo, la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha dichiarata che “i leader Ue hanno trovato un accordo sull’utilizzo di una serie di dati minimi; che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità dei cittadini”. E che ora serviranno tre mesi per lo sviluppo tecnico di un sistema interoperabile europeo. Insomma, fuffa. L’esordio di Draghi non pare tanto super.
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