L’autore Antonio Pennacchi, scrive una bella lettera aperta alla leader di Fdi: una lettera irrituale, inaspettata. “Cara Giorgia ti prego: dite di sì all’unità nazionale”. Inizia così la lunga missiva che lo scrittore ha inviato alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, con la quale le chiede di dire “di sì a un governo di unità nazionale; che porti il Paese fuori dal covid e getti le basi per una nuova Italia in una nuova Europa, sociale e democratica”. Lo leggiamo sull’Adnkronos. Pennacchi ha scelto la Meloni per esternare il suo pensiero. E ha voluto sottoporle in modo diretto e sincero il suo punto di vista, in un passaggio delicato. Ricorda che “dopo la seconda guerra mondiale e quella di liberazione, le forze socialcomuniste e cattoliche – da sempre acremente divise – seppero trovare quel minimo di concordia necessario a costruire assieme l’unità del popolo: una costituzione democratica repubblicana e il conseguente miracolo economico degli anni cinquanta e sessanta che portò l’Italia ad essere, dal Paese povero e sottosviluppato che era prima, la quinta o sesta potenza economica mondiale”.
Pennacchi alla Meloni: “Cara Giorgia ti prego…”
“Quel patto unitario” – scrive Pennacchi – “bene o male resse – consentendo di superare anche gli anni di piombo – sostanzialmente fino al crollo del muro di Berlino e delle cosiddette ideologie del novecento”. Il Paese -prosegue Pennacchi nella lettera a Giorgia Meloni- da quei crolli non è uscito però più unito. Quel patto originario è sembrato sfaldarsi e la nazione si è divisa sempre più, fino a raggiungere il quasi definitivo scollamento fra popolo e istituzioni”. Lo scrittore osserva che “sarebbe un grave errore paragonare l’odierna pandemia alla seconda guerra mondiale”; ma rileva che “gli effetti che la pandemia di covid non possono non riverberarsi pericolosissimamente sulle prossime generazioni, sia nel medio-breve che nel lungo periodo”.
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