Fonti sempre più autorevoli affermano che il vaccino Sputnik è ottimo. Lo ha sottoscritto il prestigioso istituto Spallanzani, lo ha ribadito il virologo Massimo Clementi. Eppure Ursula von der Leyen ancora cerca di mettere i bastoni tra le ruote al vaccino prodotto dallo zar Putin con l’obiettivo di ritardarne l’arrivo in Europa.
Sputnik annunciato lo scorso agosto
Già dall’annuncio dello Sputnik V, lo scorso agosto, si era capito che l’Europa guardava con freddezza all’arma anti covid che viene dalla Russia preferendo optare per i vaccini anglosvedese (Astrazeneca) e americano (Pfizer).
Il giudizio della rivista Lancet
Poi però è arrivata la prestigiosa rivista Lancet che ha certificato che l’efficacia del vaccino Sputnik è del 91,6%. Impossibile ignorare la circostanza. La repubblica di San Marino ha così rotto gli indugi e sta trattando per avere il siero russo. Seguendo l’esempio dell’Ungheria che, stanca dei ritardi dell’Ue, ha deciso di approvarne la vendita sul suo territorio. Ancora, il presidente di Intesa Russia, Antonio Fallico, ha sottolineato che «le aziende italiane hanno la capacità, e in alcuni casi sarebbero già pronte, a produrlo ma serve capire qual è l’agenda del governo italiano che non appena avrà completato la sua compagine al livello dei sottosegretari potrà esprimersi al riguardo».
Ursula contro i piani di Putin
Ursula von der Leyen è stata chiara: se la Russia chiederà l’autorizzazione all’Ema per vendere il vaccino ai paesi europei bisognerà controllare al filiera di produzione. Per avere il via libera dall’agenzia europea del farmaco è in corso un lavoro per adattare gli standard russi a quelli europei. Il processo si completerà entro la fine del mese, dopo l’Ema dovrà studiare la documentazione.
L’obiettivo è vendere Sputnik ai singoli Stati
L’obiettivo di Putin è però, scrive il Giornale, “quello di aumentare il numero di Stati europei che, come l’Ungheria di Orbán, facciano approvare lo Sputnik dalle agenzie del farmaco nazionali. Incrinando, di fatto, la strategia unica della Von der Leyen. Il piano di Putin sta intanto spaccando il fronte del cosiddetto gruppo di Visegrád, l’accordo di cooperazione politica che riunisce Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia”.
Ungheria primo paese dei 27 ad approvare il vaccino russo
“Oltre all’Ungheria – continua Il Giornale – che è diventato il primo Paese dei 27 ad approvare il vaccino, a Bratislava il governo di coalizione slovacco ha avviato le discussioni per seguire la stessa strada dopo aver criticato il meccanismo di acquisto congiunto di vaccini dell’Unione europea e dei presunti ritardi nelle consegne dei vaccini. Infine, anche i media locali croati confermano il vivo interesse del governo di Andrej Plenkovic per il farmaco di Mosca”.
50 Paesi hanno ordinato Sputnik
Ad oggi oltre 50 Paesi hanno ordinato dosi del vaccino russo. “Ben 31 – scrive Repubblica – lo hanno autorizzato – prima la Bielorussia, ultimi San Marino e Gabon – e mercati chiave come Brasile e India sono prossimi a farlo. Mosca ora punta sull’Unione europea dove i programmi di immunizzazione stentano a decollare a causa della carenza di approvvigionamento. La Russia può contare sul sostegno della cancelliera tedesca Angela Merkel che si è offerta di accelerare il processo di approvazione presso l’Agenzia europea per i medicinali (Ema)”.
Sputnik è più economico
Non solo, Sputnik è più economico: costa meno di 20 dollari per un’immunizzazione in due dosi. Se in Asia domina la Cina e solo pochi Paesi come la Birmania hanno optato per Sputnik V, per nazioni come l’Iran è un’alternativa politica più appetibile rispetto ai vaccini occidentali. Ma la Russia si sta facendo strada anche in Paesi come gli Emirati Arabi Uniti tradizionalmente vicini agli Usa. In pratica il vaccino Sputnik è un’arma che Putin sta utilizzando anche in chiave geopolitica e con successo.
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