“Nessuno dei grandi produttori europei è arrivato a fare il vaccino. E’ una cosa abbastanza strana, perché il dio dei vaccini è l’Istituto Pasteur”. Comincia a farsi qualche domanda sull’efficienza della Ue persino Romano Prodi, sommo sacerdote della “religione europeista”.
Prodi boccia Ursula, Gentiloni e la commissione Ue
L’ex premier è intervenuto all’incontro su “Democrazia e futuro dell’Europa: lo stato delle cose”, organizzato dalla scuola di formazione per “Architetti della Politica” PoliMiNa (“Politica Milano-Napoli”). E qui ha sollevato una serie di interrogativi, che un tempo ponevano solo i sovranisti. “I produttori sono extracomunitari – ha ipotizzato Prodi – e può darsi che abbiano favorito il loro governo, soprattutto quando Biden ha detto ‘facciamo una grandissima campagna’. Noi siamo rimasti evidentemente in condizioni di difficoltà dovute al fatto che ogni produttore ha favorito il suo governo”. Il Professore è stato quindi costretto a bocciare Ursula, Gentiloni e gli altri. “Rimprovero la Commissione europea. Per problemi di questo genere bisognava picchiare i pugni sul tavolo e dire ‘Signori qui non c’è proprietà intellettuale che tenga, tutti hanno il diritto di utilizzare la ricerca altrui'”.
“Sui vaccini è un vero disastro”
Prodi ha riconosciuto insomma che la gestione della pandemia da parte della Ue ha fatto acqua da tutte le parti. E ha lanciato l’allarme. «Il problema è avere una disponibilità del vaccino che deve essere enorme. Se noi non vacciniamo tutto il mondo, il virus ritorna indietro. Siccome siamo 7 miliardi da vaccinare, se non almeno 5 o 6, abbiamo bisogno di 10 miliardi di vaccino: quest’anno ne produrremo 2. Se non cambia la musica è un vero disastro».
Prodi boccia il propoorzionale: “L’Italia si salva solo con il maggioritario”
Il Professore ha poi parlato anche di altri temi, più specificatamente interni. «Storicamente il debito lo si chiude in 3 modi: inflazione, sviluppo o non pagandolo. Il terzo non è che lo possiamo fare, perché siamo membri di una Comunità europea. Ci restano gli altri 2. Lo sviluppo è quello virtuoso, l’inflazione è meno virtuosa. Non trovo altro modo per pagare il debito». Quindi, è tornato a parlare della legge elettorale.
«Con il proporzionale l’Italia non si salva, con il maggioritario forse. Anche nel maggioritario c’è il compromesso, ma se non abbiamo una chiara indicazione di governo, una durata, il Paese non può salvarsi. Pensa la fatica di Draghi adesso, che deve ricomporre due grandi ministeri… Io ci ho messo dieci mesi a risolvere un problema di spostamento fra due ministeri. Solo questo ti comporta tanti problemi. Se avessimo il sistema elettorale francese saremmo un Paese molto più forte della Francia».
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