Un intervento della Commissione europea per interrompere la catena di omissioni, mezze verità e scuse intorno al caso del rapporto, poi insabbiato, con cui l’Oms demoliva il piano pandemico italiano: a chiederlo è l’eurodeputato di FdI, Nicola Procaccini.
Procaccini: “Si potevano salvare vite”
“Chiediamo alla Commissione europea di intervenire sull’Oms e governo italiano e chiarire perché il rapporto dell’Oms sui ritardi e l’impreparazione dell’Italia nella prima parte dell’emergenza Covid sia stato ritirato un giorno dopo la pubblicazione”, ha spiegato l’eurodeputato di FdI. “La diffusione del rapporto avrebbe consentito a noi e agli altri Paesi di salvare molte vite. E affrontare meglio la seconda ondata della pandemia”, ha proseguito Procaccini, che è coordinatore del gruppo dei Conservatori nella Commissione Libertà, Giustizia e Diritti civili e ha presentato una interrogazione alla Commissione Ue insieme agli altri esponenti del gruppo di Fratelli d’Italia-Ecr.La questione è anche al centro di alcuni filmati che Procaccini sta postando sulla sua pagina Facebook, insieme ad altri esponenti di FdI, per fare in modo che anche lo “scandalo” intorno al rapporto non finisca “insabbiato” come lo stesso dossier. I video vanno sotto il titolo emblematico di “Virus di Stato”.
“Da Oms, Speranza e governo gravi responsabilità”
“Nel rapporto del 13 maggio scorso, firmato dal ricercatore dell’Oms Francesco Zambon e dal suo staff – ha ricordato Procaccini – si faceva riferimento al piano pandemico italiano, mai aggiornato dal 2006, ma semplicemente riconfermato nel 2016-17 e definito più teorico che pratico, lasciando il nostro Paese a una gestione improvvisata, caotica, creativa della pandemia”. “Il mancato aggiornamento del Piano e la censura del rapporto chiamano in causa gravi responsabilità da parte del governo italiano, dell’Oms e del ministro della Salute Speranza. Ed evidenziano – ha sottolineato l’esponente di FdI – un conflitto d’interessi personale da parte dell’attuale vice direttore generale dell’Oms, in precedenza direttore del ministero della Salute, a cui competeva l’aggiornamento del piano pandemico”.
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