In 5 anni l’Italia ha perso 80.000 attività avviate da imprenditori under 35. Un effetto dell’emergenza epidemiologica che sta attanagliando il Paese o la naturale conseguenza di una società sempre più vecchia o di una generazione che vive con la sindrome di Peter Pan? La risposta non è certa, ma il dato fa riflettere e necessita di interventi mirati, affinché venga innescata quanto prima una controtendenza.
Oggi l’Italia vanta 528.000 imprese under 35, ovvero l’8,7% del sistema produttivo nazionale. Due anni fa, nel 2018, le realtà avviate dai giovani costituivano il 9,1% del totale ed il saldo tra imprese iscritte e cancellate, stando ai dati di Unioncamere, era saldamente positivo. In soli 5 anni l’effetto “EXPO” è andato affievolendosi. Il tema dell’esposizione universale “nutrire il Pianeta”, declinato nella versione della sostenibilità, aveva ispirato le nuove generazioni. Ogni Regione dello Stivale poteva contare su delle eccellenze a forte trazione innovativa o green. Fiorivano nuove realtà nel Mezzogiorno e nella produttiva Lombardia ma anche nel Lazio ed in Campania si registravano percentuali di incremento del tutto significative e ben auguranti. Poi, per varie ragioni, compresa una pandemia, la decrescita. Sicuramente infelice.
La partita è aperta. Il prezzo che potrebbe essere pagato dall’Italia in questo caso è altissimo. Se non si vuole che il Covid-19 pregiudichi l’economia italiana, lasciando in eredità una moria di imprese under 35, è necessario intervenire con programmi e progetti lungimiranti in modo da incoraggiare e favorire l’autoimprenditorialità.
Ed è in questo quadro che si inserisce “Talenti in Campus”, l’iniziativa dell’Ente di Terzo Settore e di Promozione Sportiva OPES e dal Centro di Ricerca Impresapiens dell’Università di Roma “La Sapienza”. Talenti in Campus potrebbe essere visto come un acceleratore del Sistema Paese o come un ascensore sociale per laureati e laureandi di talento. Se negli ultimi 10 anni 250.000 giovani tra i 14 e i 35 anni hanno lasciato lo Stivale per andare a cercare fortuna o lavoro altrove, il progetto di OPES ed Impresapiens vuole mettere in risalto le skills dei talenti italiano, favorendo di fatto quella naturale transizione dal mondo accademico a quello del lavoro. Percorsi di orientamento e formazione, webinar, job placement, business game, raccolta di Curriculum Vitae, colloqui, consulenze tecniche e specifiche per avviare un’impresa e per redigere un business plan sono solo alcuni dei servizi che vengono offerti gratuitamente a ragazze e ragazzi tra i 20 e i 28 anni. Accanto ai soggetti promotori ci sono realtà nazionali ed internazionali che, nonostante la contrazione dei mercati e le difficoltà create dal coronavirus, hanno deciso di supportare l’iniziativa, proponendo attività formative, presentando case history e illustrando le posizioni aperte all’interno delle loro società. Tra gli obiettivi di Talenti in Campus non è secondario l’incoraggiamento rivolto alla prossima classe dirigente ad investire su loro stessi e sulle loro idee. Il termine autoimprenditorialità non può avere parvenza di sfida ma deve essere inquadrato come opportunità unica o occasione di rilancio di tutto il Sistema Paese. Il contest sul tema dell’innovazione tecnologica e sostenibile va proprio in questa direzione. Permetterà a 10 progetti di essere incubati all’interno dell’innovation hub e di crescere, fino a quando la startup non sarà in grado di camminare da sola.
Il futuro sociale dell’Europa e dell’Italia passa anche da progetti come Talenti in Campus. Le iniziative di Enti pubblici e privati, però, devono essere supportate da Governi che adottino una visione lungimirante e che agevolino l’imprenditoria under 35 con sgravi fiscali ed infrastrutture digitali. Il motivo è molto semplice: “nessun Paese che non ha puntato sui giovani ha poi avuto un futuro”.
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Davide Fioriello • 20.07.2021.
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